Pur non avendo minimamente cambiato idea e convinzione in merito al sostenere e rafforzare l’opera riformista del nostro segretario Renzi, necessità che continuo a credere primaria per il nostro paese e che vorrei tanto si realizzasse, sento altrettanto necessario agire con una chiara contrapposizione ad un modus operandi che di democratico e politico, a dispetto del nome che portiamo e dell’onere che assumiamo, non ha francamente nulla da spartire, ma che al contrario denuncia un’arrogante, cinica, divisiva e deleteria non curanza di interi territori, non solo emarginati da ogni rappresentanza, ma soprattutto minimamente non coinvolti ed ascoltati, come inesistenti, senza alcun credito riconosciuto ai propri referenti ed alcun rispetto dei propri iscritti e sostenitori, isolazionismi di “coordinamenti” che non convocato, o ascoltano, o coinvolgono, o chiamano, o condividono e discutono alcun che con alcun chi.
La delusione non è per la medaglia non data ed il ruolo non riconosciuto, anche perché sul punto capita che banalmente neanche ci si arriva a confrontarsi, ma è nell’assoluta assenza di rispetto delle persone e delle regole basi, della mancanza di discussione politica, dell’assenza di ogni credibilità.
Affinché però le nostre critiche restino e siano costruttive e non diffamatorie per l’onore e la responsabilità che abbiamo nella difesa del nostro partito e dei valori che per noi rappresenta, è d’uopo far presente il nostro modo diverso di vedere le cose e di fare Politica, quella Politica che il contatto con il territorio non lo limita alla sola rotella del Trolley, ma che chiama per nome ogni suo interlocutore sapendo di chi è figlio e padre.
Allora se riformismo deve essere che sia vero e autentico, e non esclusivamente semplice da riassumere in slide e spot la cui chiarezza comunicativa maschera il vuoto sostanziale. Un riformismo coraggioso nell’affrontare le controverse e complesse tematiche globali in chiave pragmatica e sostenibile, parlando di lavoro in un certo modo, di sicurezza in un certo modo, di economia in un certo modo, di cultura in un certo modo, di immigrazione ed inclusione in un certo modo, perché l’intera umanità oggi stà urlando disperatamente un bisogno di politiche che riequilibrino le vergognose disuguaglianze ed offrano speranza di vita e dignità.
… Tutto il resto è noia.
PIETRO CARLOMAGNO (LABDEM)