Non solo Napoli, anche i Comuni di Maddaloni, Arienzo, San Felice a Cancello, Santa Maria a Vico, Valle di Maddaloni, Cervino, afferenti all’ambito sociale di Zona C2, lasciano a casa utenti ed operatori sociali, interrompendo da martedì tutti i servizi. Nonostante lo sforzo fatto dai Sindaci di trovare una soluzione stabile all’organizzazione dei servizi, il “nonsipuotismo” dei funzionari ha prevalso. Amara Pasqua, quindi, per le persone più bisognose di quel territorio, che dovranno fare i conti con la sciatteria e il pressapochismo della burocrazia amministrativa. Eppure erano note da tempo le scadenze dei servizi e dei contratti. L’assistenza domiciliare ad anziani non autosufficienti, finanziata con fondi del Governo Nazionale, già assegnati da mesi, che avrebbero garantito servizi indispensabili per almeno un altro anno, si ferma perché gli uffici non sono riusciti in tempo ad adottare gli atti necessari per la continuità. Non sono serviti dieci mesi per studiare, approfondire, valutare, ed elaborare i documenti che avrebbero consentito di proseguire nei servizi. Oggi si preferisce fermare tutto per studiare, approfondire, valutare, ed elaborare i documenti. E i disabili, che improvvisamente, per la mancanza di un documento, la convenzione tra i comuni, da allegare al piano sociale di zona inviato in regione, vedono fermarsi i servizi che gli consento di continuare a frequentare la scuola o i centri diurni che tanto hanno fatto e fanno per favorire il loro inserimento sociale. E così i minori, le famiglie problematiche, le donne vittime di violenza, i poveri, i cosiddetti “nuovi crocifissi” che avrebbero meritato un’altra Pasqua, quella della gioia della resurrezione, anelando ad una dignità della vita che pure deve essere garantita a tutti. Tutti a casa quindi, anche i tanti lavoratori che, con fatica e dedizione operano affianco ai nostri cittadini più fragili, che in un territorio dove è già difficile trovare occupazione, si vedono scippare di mano questa possibilità solo per il ritardo con cui vengono affrontate le questioni. Eppure gli amministratori, i dirigenti, i funzionari pubblici, pagati con i soldi dei cittadini, dovrebbero avere come impegno principale, preoccuparsi dei propri concittadini. Invece li lasciano a casa, da soli e senza assistenza, trincerandosi dietro a fantomatici problemi di burocrazia. Ne risponderanno a Dio e agli uomini. Noi non ci fermeremo difronte a questo scempio scellerato, chiederemo adesione a tutte le organizzazioni della società civile, alle parti sociali e a quanti altri hanno a cuore gli interessi della popolazione, tenendo alta l’attenzione fino a quando non vi sarà un segnale di cambiamento certo.
LEGACOOP CAMPANIA