Via Caracciolo è una parte del lungomare di Napoli, quello che si estende da Mergellina fino a Santa Lucia, ma per i Napoletani è il Lungomare oppure A’ Caracciolo, meta obbligata della passeggiata domenicale, prima del grande pranzo con la famiglia. Questa strada prende il nome dall’ ammiraglio napoletano Francesco Caracciolo (1752-1799) che prestò servizio nella Reale Flotta Borboneca arrivandone ai massimi gradi, distinguendosi con onore e brillanti operazioni. Nel 1799 Caracciolo aderì alla Rivoluzione Napoletana, sviluppatasi sulla scia delle esperienze rivoluzionarie francesi. Durante la repressione che la seguì Caracciolo fu giustiziato per opera di Horatio Nelson che aveva guidato il ritorno dei Borbone dalla Sicilia, il quale prima violò i patti stipulati (facendo condannare Caracciolo e gli altri capi della Repubblica a morte dopo che essi avevano trattato la loro resa ottenendo promessa salva la vita) e poi gli negò la fucilazione che gli si doveva in quanto soldato, per farlo impiccare all’ albero della nave Minerva come fosse un malfattore comune. Il suo cadavere fu buttato in mare e solo in seguito ripescato; le sue spoglie sono conservate nella chiesa di Santa Maria della Catena a Santa Lucia. Le idee illuministiche ebbero a Napoli grande eco e diffusione, alimentando l’ importante e rinomato movimento detto Illuminismo Napoletano. La Rivoluzione Napoletana del 1799 fu il generoso tentativo di trasformare in realtà tutta la formulazione teorica di quegli anni, che tuttavia si scontrò con gli insormontabili ostacoli posti dai problemi sociali che affliggevano il Regno di Napoli, le cui popolazioni si mostrarono indifferenti, quando non addirittura ostili, al nuovo governo decretandone il fallimento politico. La repressione reazionaria che seguì quel breve bagliore rivoluzionario fu una delle pagine più nere della Storia di Napoli: una intera generazione di intellettuali e classe dirigente fu spazzata via in un colpo solo tra fucilazioni e impiccagioni, rinnegando i trattati di resa sottoscritti. Caracciolo fu uno di questi. Pochi altri si salvarono con l’ esilio. Via Caracciolo è stata un’arteria cruciale per il traffico cittadino ed era percorsa da numerose auto. La domenica mattina, quando spesso veniva pedonalizzata, si potevano ammirare indisturbati le bellezze del Golfo, prendendo un aperitivo all’ombra delle palme negli chalet della Villa Comunale. Ed è così che godevano il lungomare i napoletani di oltre cento anni fa: infatti questo tratto di strada prima non esisteva, al suo posto c’era una grande spiaggia ed il mare, che in alcuni tratti giungeva fino ai palazzi della Riviera di Chiaia e lambiva i giardini della Villa Comunale. Alla fine dell’Ottocento, in seguito a nuovi piani di sviluppo della città , si decise di creare una nuova strada, colmando la spiaggia, e dedicarne la memoria al celebre ammiraglio napoletano. La passeggiata lungo Via Caracciolo può partire da Mergellina, raggiungibile con la Linea 2 della metropolitana, fermandosi alla stazione omonima. In alternativa raggiungere Piazzetta Augusteo con la Funicolare centrale e da lì percorrere Via Toledo, Piazza Trieste e Trento, via Chiaja, Piazza dei Martiri fino a giungere alla Villa Comunale. In particolare ,circa a metà del lungomare Caracciolo, in corrispondenza della attuale Piazza della Repubblica, troviamo un altro e ben diverso punto di approdo, riparato dietro un tratto avanzato di scogliera che ha permesso il formarsi di una piccola spiaggia che si affaccia su entrambi i lati del lungomare: un lato rivolto verso il Vesuvio, l’altro verso Mergellina. Su questa spiaggia qualche napoletano temerario, incurante dei dati sull’ inquinamento della baia, non rinuncia a staccarsi dal contatto con il suo mare e viene qui a prendere il sole. Quei pochi scalini che dividono da Piazza della Repubblica, una volta scesi, sembrano interporre chilometri tra noi e la città: i rumori del traffico si allontanano e affievoliscono, la nostra attenzione è tutta attirata dal mare antistante e dallo sfondo del paesaggio che si avvicina. Sembra quasi possibile arrivarci a nuoto o a bordo di una piccola “lanzetella” (barchetta a remi) e viene voglia di riappropriarci di un rapporto più immediato e diretto con l’ambiente .