L’industriale del CEO Calcestruzzi Irpini SpA, Silvio Sarno, in occasione dell’appuntamento avvenuto a Napoli, alla Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura, in occasione del tema “Rottamare, riqualificare, rinascere: il respiro delle città”, partecipa ad alcune domande sul tema dell’evoluzione dell’ urbanistica in Campania, al Sud.
–Cosa si intende per rottamazione edilizia?
” Stiamo inseguendo un percorso con il patrocinio dell’ Unione Regionale delle Camere di Commercio della Campania incentrato sul tema della rottamazione che si intende legata alla proprietà privata, ma che in futuro riguarderà anche la proprietà pubblica“.
– Che tipo di percorso è il vostro?
” E’ un percorso ambizioso ma soprattutto necessario, che richiede tempo, idee, innovazione ed uno sguardo diretto“.
– Ce lo può raccontare meglio il percorso di rigenerazione urbana, Dottor Sarno?
“ La proposta di legge che vogliamo mandare avanti serve a generare un principio nuovo che guardi al territorio, in modo necessario, che non deve limitarsi a guardare le misure urgenti e straordinarie, ma cercare di allargare il nostro orizzonte. Questo ragionamento vuole realizzare con concretezza quello che è il nostro obiettivo, la nostra idea”
–Quale è il fulcro del vostro ragionamento?
” Innanzitutto bisogna guardare agli edifici costruiti su suoli a rischio sismico ed idrologico, al fine di proteggere i nostri cittadini, gli italiani, prima di qualunque norma antisismica. Le condizioni delle protezioni sono pressoché scadenti per il 20% di questi edifici “.
–A quali edifici storici si riferisce?
“Mi riferisco agli edifici storici del dopo guerra costruiti in Italia, negli anni 50 e 70 ed in larga parte energivori se si guarda al fatto che prima del varo della prima norma antisismica, secondo i dati ISTAT 2001, il 35% del totale dell’energia consumata in Italia è destinata agli edifici con uno spreco di oltre 20 miliardi di euro e ciò incide sul bilancio delle famiglie. Ed è opportuno mettere sotto gli occhi di tutti quanto sia urgente attivare progetti virtuosi in questo settore per incrementare l’economia di questo paese“.
–Che cosa occorre per essere “servibile” ?
“Per essere servibile occorre un piano che sia uno strumento concreto che non definisca con ipotesi ma con vera necessità di fare in un paese, come l’Italia, dove la burocrazia non ci aiuta per la non efficienze e l’incapacità di gestire i tempi della burocrazia. La necessità deve riguardare il fatto che questi concetti possano essere di valore per fare in modo che questa grande opportunità diventi realtà“.
–Un piano che rinnovi quindi le nostre città, rendendole più sicure in nome della rottamazione urbanistica ?
” Si, un piano che rigeneri le città e che le renda interessanti, più belle, che le renda più accoglienti. Un piano che riguardi i trasporti, i rifiuti, l’illuminazione, la logistica, la robotica, la ristrutturazione, e non ultimo, il miglioramento della qualità della vita delle persone“.
–Cosa ne pensa del modello delle Smart City?
“Sicuramente, le smart city che si vedono ad Amsterdam e Berlino sono un modello per il prossimo futuro, da inseguire“.