La guerra delle primarie nel PD, con il passar del tempo, finisce sempre per diventare una lotta interna che genera robot di latta pieni di patacche.Insomma il PD e più in generale la sinistra spende tutta l’energia elettorale nello scontro interno e si presenta divisa e piena di lividi allo scontro elettorale. :un reattore partitico e di democrazia in funzione del singolo! Poi c’è questa strana manovra al ribasso e al rialzo sul numero dei partecipanti. Renzi mostra o di non curarsi più di tanto di quante persone(milioni) partecipino alle primarie del 30 aprile. A lui, per valorizzare la democrazia, interessa vincere anche solo con un voto in più.Romano Prodi si augura una grande mobilitazione di massa. Orlando ed Emiliano sono preoccupati dalla prospettiva di una diserzione di massa.
Da un lato vogliono portare ai seggi i delusi e gli antipatizzanti dell’ex segretario, dall’altro vedendo che l’operazione appare tutt’altro che facile invocano la soglia dei due milioni di partecipanti per dire che il Partito è ancora forte nel Paese,anche dopo la scissione.
Ritorniamo alle lotte interne delle primarie,anche alle vecchie liturgie per le liste di appoggio ai candidati segretari. Dopo dibattiti interni infiniti sulla sfida tra Bersani e Renzi si arrivò alle politiche del 2013, dopo una campagna lugubre, che fece esplodere il fenomeno Grillo e risuscitò Berlusconi.
Allora la guerra vera delle primarie deve uscire dalla vecchie logiche,nei contenuti,nelle alleanze e nel post risultato,per evitare una sorta di silenziosa scissione a tappe.
Certo Renzi si sta riprendendo il partito. Ma se lo farà con una spinta depotenziata in modo vistoso rispetto al 2013,la sua reinvestitura sarà indebolita.
In questi ultimi giorni di primarie e prima dell’appuntamento delle comunali dell’11 giugno è giusto che dirigenti e laeder del PD si domandino cosa stia accadendo fuori dal partito,nel famoso Paese reale.L’Italia che soffre non vuole slide e propaganda,la lezione del referendum deve portare il partito ad ascoltare i cittadini e promuovere più giustizia sociale.Attesissimo il confronto fra gli aspiranti al ruolo di segretario: Michele Emiliano, Andrea Orlando e Matteo Renzi si confronteranno negli studi Sky di Milano il prossimo 26 aprile, 4 giorni prima del voto.Sapranno entrare nel merito dei loro programmi,costruendo un progetto plurale e democratico rivolto al Paese?
Altrimenti finirà come è già finita diverse volte.Tra i litiganti nel PD il terzo gode.E questa volta rischia di non essere Grillo,ma Berlusconi e i suoi,che anche nei pareggi è il più bravo sottotraccia.
E molti lo potrebbero vedere come il male minore rispetto ad una vittoria grillina.