I VESCOVI ITALIANI:” IL LAVORO EMERGENZA NAZIONALE. NUMERI IMPIETOSI, DRAMMATICI, SOPRATTUTTO AL SUD.”

Senza allarmismi,senza manovre tattiche,senza ping pong sulle responsabilità, siamo tutti coscienti che è l’occupazione, ed il lavoro dei giovani in particolare, l’emergenza più importante da affrontare. Qui ed ora, sempre. il lavoro prima di tutto. Alcuni dati significativi per aprire un confronto serio e documentato sulla questione.

l lavoro resta un’emergenza nazionale e l’Italia deve mettere questo tema al primo posto, se vuole guardare con più ottimismo al proprio futuro. E’ questa la sintesi, senza mezze parole, del messaggio che la Commissione episcopale per i problemi sociali ha preparato in vista della festa del 1° maggio. Un documento tanto più importante perché assume anche le sorti di anticipazione di quello che i vescovi italiani dibatteranno nel corso della settimana sociale che si svolgerà in autunno a Cagliari, non a caso una delle regioni più martoriate dalla disoccupazione.

E proprio al Sud guardano in particolare i vescovi: “Tra le sfide che caratterizzano la nostra situazione constatiamo un tasso di disoccupazione ancora troppo alto (attorno al 12%, con punte vicine al 40% tra i giovani e vicino al 20% al Sud); 8 milioni di persone a rischio di povertà, spesso a causa di un lavoro precario o mal pagato, più di 4 milioni di italiani in condizione di povertà assoluta”.

Nonostante la lieve inversione di tendenza registrata negli ultimi anni, il lavoro rimane un’emergenza nazionale. Per tornare a guardare con ottimismo al proprio futuro, l’Italia deve mettere il lavoro al primo posto”.

I vescovi italiani in questo loro messaggio,che è uno stimolo per tutti,politica e sindacati, ci ricordano che il lavoro deve essere espressione di dignità e deve tornare ad essere un luogo umanizzante.Sono altresì preoccupati:”Dignità,diritti,salute finiscono in secondo piano.Si tratta di una deriva preoccupante messa in moto dal perdurare di una crisi economica stabilmente severa.L’Italia non sprechi il talento dei giovani.”Numeri impietosi, drammatici, sollevati da più parti anche prima di questo ulteriore sos, che però sembrano lasciare – altrettanto drammaticamente – nella indifferenza più totale il governo e le forze politiche.

Oggi è difficile scegliere tra lavoro, dignità del lavoro, modalità di lavoro e soprattutto c’è bisogno di trovare gente che abbia voglia di investire su questo: non è soltanto il Governo a doversene fare carico“,continuano i Vescovi.

“Sono le vite concrete delle persone ciò che ci sta a cuore: ci interpellano le storie dei giovani che non trovano la possibilità di mettere a frutto le proprie qualità, di donne discriminate e trattate senza rispetto, di adulti disoccupati che vedono allontanarsi la possibilità di una nuova occupazione, di immigrati sfruttati e sottopagati”, si legge ancora nel documento della commissione Cei.

L’emergenza occupazionale è il principale problema del nostro Paese,su cui bisognerebbe concentrarsi in uno sforzo comune, sapendo che c’è una interdipendenza culturale ed economica Nord-Sud. Denunciano che:” Il Meridione è una terra che nel corso dei decenni ha subito un depauperamento economico e sociale tale da trasformare queste Regioni in una seconda Italia,povera,sofferente e sempre più infragilita.”

Vorrei sommessamente ricordare l’emigrazione di 700mila persone che nell’ultimo decennio hanno lasciato a malincuore le terre del Sud.

Come reagire,tutti,rispetto a queste osservazioni e conti senza futuro?

Il dato prevalente è che il lavoro in Italia manca e si tratta di una deriva preoccupante.  Il lavoro prima di tutto.

 

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