Officina delle idee

CARLO SCATOZZA:”IL PEGGIOR DATO D’ITALIA PER RENZI A CASERTA.RENZI DIRA’ ADDIO AI SUOI VASSALLI LOCALI?”

Il peggior dato d’Italia per Renzi a Caserta ( al netto della Puglia) con liste fatte per escludere, il dato non brillante di Caserta città dove non si recano alle urne  la gran parte degli iscritti. Il flop di Maddaloni.

La pesante sconfitta delle liste di Renzi in provincia di Caserta ( 40% dei voti con un’affluenza simile a quella del 2013) nasce dal modo della loro formazione: Renzi prende il peggior risultato d’Italia nell’unica provincia dove le liste all’assemblea nazionale sono state fatte sottraendole alla discussione collettiva di chi Renzi lo aveva sostenuto con forza nei circoli ( 73%) e, si sa, le idee camminano sempre con le gambe delle donne e degli uomini.

Il sequestro delle liste, attuato dal Sen. Mirabelli e l’On. Picierno, per evitare che in una qualunque discussione a tutti i livelli, si potessero avere presenze non gradite al loro sodalizio, ha determinato compagini deboli e zeppe di forzature, in qualche posizione persino presenze capaci di suscitare ilarità e sconcerto in una larga base di elettori e soprattutto di militanti impegnati. Si è immaginato una mozione in franchising, in cui, detenendone o immaginando di detenerne il marchio, si potesse fare qualunque scelta sul territorio,sbarazzandosi del consenso collettivo e di chi si riteneva ostacolo ai propri desiderata, tanto ai cittadini che frega che nomi ci sono??? Come populisticamente detto più volte dal Sen. Mirabelli.  Eh no, ai cittadini importa chi li rappresenta, sempre, anche in un organismo di relativa importanza e certamente non decisivo come l’assemblea nazionale del PD. Mentre l’unione regionale discuteva di 4 province su 5 mancava Caserta dal confronto territoriale.

Si è impattato poi con liste Orlando ed Emiliano ben organizzate anche pescando nelle contraddizioni della maggioranza,  ma perchè, dal loro punto di vista, non farlo, tanto che persino nella commissione per il congresso, parti renziane hanno preferito pure votare un esponente dell’area Orlando per guidarla, caso unico in Italia.

Il bassissimo dato di Renzi appare ancora più sconcertante se si analizza :

1) che in varie città particolarmente colpite dalle mosse del commissario sono comunque prevalsi anche nel gruppo dirigente il rispetto per il segretario nazionale e per il progetto politico nazionale complessivo raccolto nella mozione Renzi Martina, ovvio, grandi mobilitazioni e affluenze record come se nulla fosse  nessuno poteva aspettarsele.

2) che per Matteo Renzi comunque e dovunque c’è stato un voto davvero spontaneo di una quota di cittadini slegati da ogni militanza e all’oscuro di ogni protagonista locale.

Il dato della città capoluogo,inoltre,  non è  esaltante come la vulgata mirabelliana ed altri vogliono dipingerlo: poco più di 1500 voti espressi in città, solo il 6% del totale dei votanti della Provincia ( quasi 25000), di questi 1500 votanti solo 300 circa sono gli iscritti  al circolo cittadino Pd ( nemmeno  il 40% degli iscritti totali) nonostante ben 4 candidati al vertice delle liste per l’assemblea nazionale ( nessuna città in provincia aveva questo ….affollamento) tra cui il sindaco e il presidente del consiglio comunale. Il dato di Renzi arriva solo a sfiorare il 60% in città e soffre anche di una vasta diserzione tra iscritti e militanti, alcune decine hanno persino deciso scientemente e pubblicamente di votare fuori provincia per Matteo Renzi, politicamente “impossibilitati “ a farlo a Caserta causa lista indigeribile. Un dato scialbo se si pensa alla mobilitazione anche di una decina di consiglieri comunali di maggioranza visto l’impegno del Sindaco in prima persona che entra in assemblea nazionale solo come ultimo resto nel collegio  a scapito del Presidente De Florio candidato con Orlando, fisiologico il dato di Emiliano che vedeva protagonisti chi già si è cimentato,  senza fortuna,  ma con ottimi consensi alle ultime elezioni comunali.

Il fallimento del duo Mirabelli -Picierno è plateale a Maddaloni, dove Emiliano raccoglie la rappresentanza dell’elettorato democratico relegando all’ultimo posto Renzi, il circolo dove il duplice commissariamento ha portato a scelte poco condivise ed a una profonda e larghissima lacerazione nei Democratici della città calatina. Una bocciatura a tutto tondo della capacità di direzione politica esercitata a Maddaloni. Incapacità totale di mettere insieme e rispettare storie, percorsi, dignità di centinaia di militanti, sia di lungo ed onorato  corso che di giovani impegnati.

Analizzando i dati e le previsioni  si capisce anche il perché di certe manifestazioni annunciate e poi non più tenute.

Carlo Scatozza Direzione Regionale PD

Potrebbe piacerti...