Proprio nei giorni in cui la Francia si spacca nel ballottaggio tra Emmanuel Macron e Marine Le Pen, i due candidati all’Eliseo schierati su due opposte visioni di società, accoglienza e frontiere, l’artista romano riunisce una spettacolare sequenza di opere consacrata al tema delle migrazioni, Pietro Ruffo racconta questo mondo, forse ancora non del tutto conosciuto, che desta ancora paura del diverso, delle ripercussioni politiche. Ruffo racconta questo mondo, nel modo più unico e ricercato: attraverso una mostra che si dispiega come un vortice, in cui i visitatori si immergono, mettendosi dall’altra parte della barricata, cercando di non giudicare ma cercando di capire attraverso le immagini.
Intitolata ‘L’Illusion parfaite’, l’Illusione perfetta – la mostra allestita nei nuovi spazi della Galerie Italienne, a due passi dal Louvre e dalla futura Fondazione Pinault, sul concetto universale di libertà (o dei principi liberali) è una delle firme piu’ forti e convincenti del panorama artistico italiano ed europeo, noto, tra l’altro, per le sue grandi mappe delle nazioni o le schiere di libellule intagliate a mano e fermate con migliaia di spilli.
La raccolta presentata a Parigi illustra antichi popoli in cammino attraverso mappamondi e planisferi, figure erranti tra un continente e l’altro, esposti ai rischi del viaggio e al timore che qualcuno sbarrerà loro la strada. Ogni pezzo ha una propria forma tratta da tecniche esistenti per la proiezione cartografica del globo terrestre. Evocativa delle ceramiche cinesi o degli azulejos bianco-blu portoghesi, la serie presentata a Parigi dipinge antichi popoli in cammino attraverso mappamondi e planisferi, figure, perdute tra un continente e l’altro, esposti ai rischi del viaggio e alla paura dannata che qualcuno sbarrerà loro la strada. Ogni pezzo ha una propria forma tratta da tecniche esistenti per la proiezione cartografica del globo terrestre.
“Il mondo – spiega Pietro Ruffo – è un teatro in cui i fenomeni migratori sono una sfida per la nostra societa’. Gli stravolgimenti climatici, le tensioni politiche o la ricerca di condizioni migliori altrettanti fattori che illustrano in realtà un mondo interconnesso che trionfa sui confini geografici e culturali“.
Curata da Alessandro Pron, Raphaella Riboux, e Matteo da Dalt, la mostra e’ in programma fino al 30 giugno.