Dopo 154 anni, per la prima volta nella sua storia, il CAI, Club Alpino Italiano sceglie Napoli per l’Assemblea Nazionale, che vedrà sabato 27 e domenica 28 maggio, presso la Sala Ciliberto del Polo di Monte S. Angelo dell’Università Federico II, circa mille delegati provenienti dall’Italia e rappresentanti dall’estero a confronto sul ruolo del CAI nella tutela e nello sviluppo sostenibile dell’ambiente montano.
“E’ importante la scelta di Napoli per l’Assemblea che vedrà la partecipazione di circa mille delegati da tutta Italia – sottolinea Vincenzo Torti, presidente del Club Alpino Italiano -, quale conferma del riconoscimento da parte del CAI Nazionale per l’impegno di una Sezione storica, quale quella napoletana, e con essa di tutte le realtà CAI del Centro-Sud. Non è un caso, infatti, che proprio una città di mare una costa si distingua per una forte azione di educazione ambientale e di studio della montagna, due cardini della nostra attività associativa, con operatori scientifici e naturalistici che ci consentono, oggi, di scoprire, in modo consapevole, le bellezze del nostro appennino, ed i suoi aspetti culturali, storici, religiosi e paesaggistici”.
I temi dell’Assemblea Nazionale saranno presentati nel corso di una conferenza stampa, sabato 13 maggio, alle ore 11, presso il Museo Etnopreistoria CAI Napoli “Alfonso Piciocchi” in Castel dell’Ovo.
Intervengono: Ing. Raffaele Liuise, Presidente Regionale CAI Campania; Ing. Simone Merola, Presidente CAI Napoli; Dott. Antonello Sica, Autore della pubblicazione “L’Italia dei sentieri Frassati”; Prof. Vincenzo Di Gironimo, Direttore Museo di Etnopreistoria CAI Napoli.
Nel corso della conferenza stampa sarà presentato il volume “’Italia dei sentieri Frassati”,realizzato dal CAI e curato da Antonello Sica e Dante Colli, dedicato alla rete di 22 sentieri italiani in memoria di Pier Giorgio Frassati, alpinista e beato della Chiesa Cattolica.
“Il volume dedicato ai Sentieri Frassati – conclude il Presidente Nazionale del CAI – riassume tutti questi valori e ci consente di ripercorrere cammini antichi con l’attenzione a tutto ciò che può arricchire la cultura della montagna”.
Manuela Ragucci