Stamane al centro direzionale di Napoli, presso il Consiglio Regionale della Campania (edificio f13, 21° piano, Sala “Caduti di Nassiriya”), si è tenuto il report di chiusura per il corso di ceramica svoltosi nel carcere di Poggioreale. Questa splendida iniziativa è stata organizzata dall’associazione “La Mansarda” di Samuele Ciambriello e la cooperativa “Il Quadrifoglio” di Lidia Ronghi. Ben 15 detenuti hanno avuto la fortuna di partecipare a questo splendido progetto. Ebbene si, sono stati dei privilegiati. Questo tipo di attività per i carcerati, rappresentano l’isola felice, delle vere e proprie mosche bianche. Dovrebbero essere sempre più incoraggiate e sostenute dalle istituzioni, ma non sempre questo accade. Quali sono i benefici? Semplice. Insegnare un mestiere ai condannati, è il primo passo per evitare loro una recidiva, che rappresenterebbe sia un fallimento del sistema ma soprattutto un ulteriore costo per lo Stato. Dei detenuti che hanno partecipato a tali attività, solo l’1% incorre nuovamente nella pena. Questo dimostra come questo tipo di corsi, siano altamente formativi, sia professionalmente ma anche come maturazione della persona. All’incontro hanno partecipato i presidenti delle due sopracitate associazioni, Rosetta D’Amelio (presidente consiglio regionale campania), Nicola Marrazzo (presidente della commissione attività produttive alla regione) e Ciro Proto (vicedirettore carcere di Poggioreale). Tutti i presenti erano comunemente d’accordo sul fatto che tale tipo di attività dovessero rappresentare la quotidianità, e non l’operazione spot da realizzare una tantum. Bisogna educare i reclusi e prepararli alla vita fuori dal carcere, un progetto ambizioso ma non impossibile. Fondamentale è la sensibilità da parte di chi lavora a stretto contatto con i disagiati. Tutti questi ingredienti possono portare a un miglioramento sostanziale nei carceri di tutta Italia.