M5s potrebbe completare “entro l’estate” le sue primarie online in caso di voto anticipato a ottobre; sulla legge elettorale l’accordo “non e’ un inciucio”; Virginia Raggi deve lasciare l’incarico di sindaco “solo se condannata”: lo ha affermato il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio, in un’intervista a Repubblica.
Di Maio ha spiegato che una sua eventuale candidatura a premier la “decideranno gli iscritti col voto on line su Rousseau” che potrebbe essere anticipato rispetto alla scadenza di settembre, in caso di elezioni a ottobre: “Non abbiamo problemi a fare tutto entro l’estate”.
Per quanto riguarda la riforma elettorale “abbiamo sempre detto di essere pronti a votare leggi buone nel merito”, ha ricordato Di Maio, “finora ci hanno sempre proposto leggi che hanno danneggiato il Paese. Sulla legge elettorale abbiamo risposto alla richiesta del capo dello Stato con profondo senso di responsabilità”.
“Ci siamo confrontati nelle sedi istituzionali e alla luce del sole, senza inciuci sottobanco, su un modello su cui abbiamo chiamato a esprimersi i nostri iscritti. Solo dopo il loro ok, abbiamo portato la proposta al Pd”, ha sottolineato l’esponente pentastellato. Cosa immagina per i primi 100 giorni di un governo 5 stelle? “La prima cosa che faremo sarà approvare il reddito di cittadinanza, le coperture le abbiamo già. In questo modo rimettiamo al centro il lavoro e facciamo ripartire i consumi. Poi ci vuole una seria lotta alla corruzione, abolizione di Equitalia, degli studi di settore e dell’Irap per dare ossigeno alle imprese che vogliono crescere, avvio del programma di conversione energetica verso le rinnovabili”.
Per Di Maio il sindaco di Roma, Virgina Raggi, si dovrebbe dimettere solo in caso di condanna: “Un politico accusato di fatti gravi, come la corruzione, davanti a elementi sostanziali deve fare un passo indietro anche con un semplice avviso di garanzia e molto prima che arrivi una sentenza”, ha sottolineato, ricordando che nel caso della Raggi “stiamo parlando di una firma sotto a un foglio e nel caso specifico e’ ovvio che si indaghi”. “Il nostro codice etico”, ha pero’ aggiunto, vale per tutti gli eletti e prevede le dimissioni in caso di condanna in primo grado”