Altro clamoroso errore che riguarda Napoli, questa volta si tratta dei collegi regionali. La Napoli divisa tra i quartieri alti del Vomero e la periferia maldestra del quartiere Scampia è surrogata a subire polemiche e farsi ritrarre come “indisciplinata”, per l’ennesima volta . Scampia è oggetto di contestazione, di polemiche farcite dal degrado che da sempre la contraddistingue. La questione, questa volta, riguarda i 303 collegi in cui è divisa la penisola e non mancano gli errori, i quali riguardano anche i quartieri altrettanto popolari di San Lorenzo e Vicaria. Sviste che saranno corrette nei vari passaggi parlamentari ma che danno un’idea di come l’accelerazione verso il voto abbia effetti non tutti calcolabili.
La Campania porterà in Parlamento 60 deputati, per metà eletti in collegi uninominali e per metà pescati da listini bloccati. Sono già noti, nel testo presentato dal deputato del Pd Emanuele Fiano, i confini dei trenta collegi uninominali, grazie ai quali dovrebbe essere più istantaneo il rapporto tra elettore e rappresentante. La Campania come sempre è frammentata in due parti, sezionata dal suo interno. Una parte infatti è quella che riguarda Napoli, al sua provincia declinata in 16 collegi uninominali. L’altra parte viene descritta dalle provincie di Caserta, Avellino, Benevento, Salerno che riempiono 14 collegi uninominali. La città di Napoli potrà eleggere sei deputati con l’uninominale ma in due casi condivide i confini con parti della provincia. Il primo è proprio il collegio Napoli 1 che comprende i quartieri del centro Avvocata, San Ferdinando, San Giuseppe, Montecalvario, Mercato, Pendino, Porto e li unisce ai sei comuni dell’isola d’Ischia, con il peso demografico di Napoli prevalente. Il secondo caso di collegio misto si ha con Fuorigrotta-Bagnoli, cui vengono aggregati i confinanti Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida e l’isola di Procida: in tale collegio capoluogo e provincia si equivalgono. Il salotto buono della città è nel collegio Vomero-Arenella-Chiaia-Posillipo. Nel quarto collegio Piscinola è staccata da Secondigliano e aggregata a Pianura, Soccavo e Chiaiano. Secondigliano invece confluisce nel quinto collegio insieme ai quartieri Stella, San Carlo all’Arena, Miano e San Pietro. Il sesto e l’ultimo collegio di Napoli città comprende i quartieri di Poggioreale, Ponticelli, Barra, San Giovanni a Teduccio. Mancano all’appello, come si è detto, Scampia, San Lorenzo e Vicaria.
I dem campani, sentenziano così le proprie motivazioni sulla questione: ” E’ uno staff politico, competenze non alle correnti e ai territori” ed è già scattato l’allarme per le liste, su cui l’allerta è altissima ed è già scattata la corsa al giorno delle elezioni, previste per il 24 settembre o a metà ottobre, ma qualcuno scalpita ed inciucia sulla questione :”Con questa legge per avere chance devi avere voti, e con tutti i voti è un terno all’otto“. La legge in questione è quella alla tedesca che per Renzi è una seconda scelta per il PD, ma se la maggioranza è d’accordo il cerchio si chiude qui. In Campania, quindi, su questo fronte i seggi dovrebbero essere 61 alla Camera, 32 a Napoli e provincia, metà collegi, metà con il proporzionale.
Gli intrighi di palazzo, le polemiche, le disquisizioni che da sempre attanagliano Napoli, oggi si fanno più prepotenti, dilagano nella periferia dimenticata da anni e che oggi sta tornando a far rumore, a cercare di esistere nell’oblio politico e amministrativo che da sempre la rende invisibile, gettata sempre tra la polvere. Soltanto oggi ci si accorge che Scampia manca all’appello, che non subentra nelle priorità amministrative, che non rientra tra i collegi regionali in cui è suddivisa la Campania e nelle priorità che la attraversano. La questione è aperta, il vento che si è scatenato non si placa con le promesse, oggi più che mai, per una città come Napoli che sta tentando di risalire la china e imporsi, appare fondamentale agire e concretizzare non dimenticando le proprie periferie.