Lo sport e in particolar modo il calcio, non è solamente uno strumento di divertimento messo in atto per gli appassionati, ma è anche un veicolo portatore di legalità e reinserimento sociale, una possibilità di rinascita , riscatto sociale e lavoro . L’incontro avvenuto,oggi, organizzato da Football Leader con i detenuti della casa circondariale di Poggioreale dei padiglioni Firenze, Livorno e Italia ,è stato un esempio.
Un incontro carico e utile e i detenuti ne sono stati i protagonisti insieme al direttore del carcere Antonio Fullone , il noto allenatore Fabio Capello, e il campione del mondo Marco Tardelli .
Delle vere e proprie lezioni di calcio , di educazione sportiva e apprendimento di tecniche di allenamento. Un laboratorio che ha ribaltato le logiche ordinarie ,infatti è stato lo stesso Fullone a usare tali parole : “Poter ospitare Football Leader per il carcere di Poggioreale ha un significato speciale: non essere solo luogo della società , ma anche suo palcoscenico e per una volta sembra essersi ribaltata la logica ordinaria”.
Durante l’incontro c’è stato poi l’intervento di : Vincenzo De Luca ,Il Presidente della Regione Campania e l’Assessore alle Politiche sociali della Regione Campania, dott.ssa Lucia Fortini e il vicepresidente dell’associazione A.I.A.C,Savarese Biagio.
A moderare l’incontro è stato il giornalista Xavier Jacobelli .
A prendere subito la parola è stato Fabio Capello con delle dichiarazioni personali ha fatto capire che non bisogna mai arrendersi davanti a niente e tenere duro anche se sembra tutto perduto : “Perché ho iniziato a giocare a calcio? E’ un piacere essere qui nel carcere di Poggioreale, mi sento vicino ai ragazzi. Abitavo in un paese di mille abitanti, c’era solo il campo da calcio. Mio padre insegnava alle elementari, nel pomeriggio mi faceva giocare. Poi andai alla SPAL, trovai un ambiente valido. Lì ho avuto dei problemi, ero l’unico che studiavo. Gli altri non studiavano, non c’erano i telefoni e dovevo scrivere una volta a settimana a mio padre. Lui ha capito che qualcosa non andava, venne a Ferrara e mi disse di provare col calcio. Quindi dico che bisogna sempre provare, avere il coraggio di provare. Quando si cade, ci si risolleva. A diciotto anni riportai la rottura del menisco, mi dissero che avrei chiuso la carriera e invece nulla. Non è stato così, nemmeno dopo la seconda rottura del menisco in carriera. Ho sempre lavorato, quando gli altri andavano al mare io restavo a casa per lavorare ulteriormente. Alla fine le grandi soddisfazioni arrivano sempre”.
Di seguito Tardelli ha espresso le sue considerazioni così dicendo:”Il calcio è cambiato, rispetto ai miei tempi. Ora ci sono cose che non fanno piacere, ci sono allenatori più preparati di una volta ma meno pronti al contatto con calciatore e ambiente. Proveremo a fare qualcosa per non rovinare il calcio, in Italia abbiamo difficoltà ma non solo nel calcio. Si vede anche quando andiamo ad affrontare squadre e nazionali estere. Bisogna fare qualcosa di importante, bisogna costruire vivai importanti perché altre nazioni hanno iniziato dieci anni fa, dopo il Mondiale del 2006. La Germania è partita con una programmazione, non non abbiamo tanti giovani anche se ora abbiamo qualche elemento importante”.
Ad assistere all’incontro, oltre agli ospiti , c’è stata la partecipazione di giornalisti, rappresentanti di arbitri e i volontari del carcere di Poggioreale.