«Questi racconti sono esempi in gran quantità degli stratagemmi per mezzo dei quali il racconto breve riesce effettivamente a dar impressione di avere una dimensione e un’estensione maggiori del reale… I racconti di quest’antologia si animano nella nostra coscienza in forma di lampi di intuizione, una sorta di urla di eureka dello spirito, squarci improvvisi di luce» così sentenzia Yigal Schwarz alla pubblicazione del libro “Il mare di Gerusalemme”, di cui cura la prefazione, un volume da alcuni giorni in libreria e uscito per Stampa Alternativa con prefazioni firmate da Alma Cohen Vardi e Telma Eligon-Roz e una postfazione di Yigal Schwarz. Diciotto brevi storie in cui si diramano straordinariamente una moltitudine di stili e di possibilità letterarie che richiamano frammenti di vita cucendo il ricamo di un mosaico socio-culturale dove sono evocate e disquisizioni su problematiche universali sullo sfondo della società israeliana.
Un libro che parla di un mare, di una terra lontana ma quanto mai vicina, un luogo che si sente il più delle volte come estraneo, ostile alla cultura occidentale ma che può avere, irrimediabilmente, dei punti di contatto. Questo libro è un viaggio da intraprendere per volare oltre confine e scoprire che Israele è in ogni dove, negli occhi di ogni persona che si incontra, in ogni sguardo che si perde.