Beppe Grillo minaccia di stracciare l’intesa sulla legge elettorale e decide una nuova votazione degli iscritti al M5S sul suo blog sul testo finale che uscirà dall’aula della Camera.
La legge era già passata al vaglio del web nella stesura originaria, alla quele erano state apportate modifiche proprio su indicazione dei grillini.
I quali nelle ultime ore danno segno di grande nervosismo, proponendo nuove modifiche giudicate irrinunciabili (il voto disgiunto, le preferenze). E Renzi ha reagito: “Noi siamo seri. Altri si tirano fuori?”.
Intanto al primo voto sulla costituzionalità della legge sono spuntati 66 franchi tiratori: un segnale chiaro che la tenuta dell’intesa è a rischio.
Più che la democrazia poterono i calcoli. Quelli sui collegi che, conti alla mano, non convengono ai Cinquestelle.
C’è questo dietro al ripensamento del M5S, anticipato ieri da Grillo (“è una legge che non si capisce”, aveva detto da Taranto) e certificato da quello che sta accadendo in aula a Montecitorio in queste concitate ore.
“Hanno capito che i collegi non gli convengono, che non prendono un voto: la verità è che vogliono i capilista bloccati, altro che preferenze e parlamento dei nominati”: la dice così un deputato renziano in Transatlantico quando è da poco terminata l’assemblea del gruppo Pd in contemporanea con quella del M5S.
Alla base della giravolta dei grillini ci sarebbe dunque un mero calcolo di convenienza: “Quando si sono resi conto che con questi collegi non avrebbero avuto chance contro di noi, che siamo molto più radicati sul territorio, hanno fatto retromarcia. Direi che hanno cominciato a cambiare idea quando in commissione Affari costituzionali si è votata l’intesa sull’abolizione dei capilista bloccati e sul ricalcolo che riduce i collegi uninominali del tedeschellum “, continua il deputato dem a microfoni spenti. Dunque il ripensamento sarebbe iniziato il 4 giugno, domenica: meno di quarantotto ore per fare i calcoli e martedì arriva la prima battuta d’arresto di Grillo.
Ma c’è anche altro: domenica ci sono le amministrative e il M5S , secondo i sondaggi, sarebbe fuori dai ballotaggi nelle principali città che vanno al voto. Ecco spiegata anche la consultazione on line di domenica: “Hanno già deciso che l’accordo salta, la manfrina del voto sul blog gli serve per dire che ha scelto la base di porre fine all’intesa. In realtà, visto che andranno malissimo, e lo sanno, diranno che devono tornare allo spirito originario, quello della scatoletta di tonno”.