“È arrivato il tempo di considerare questi bambini come cittadini italiani. Mi auguro che succeda in fretta, già nelle prossime settimane, perché è un atto doveroso di civiltà.Mi auguro che il Parlamento lo faccia presto nelle prossime settimane. La via contro la radicalizzazione non è la costruzione di muri, ma quella del dialogo e l’inclusione”. Così si è espresso Il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni , intervenuto a Bologna in un gremito Salone del Podestà dal direttore di Repubblica Mario Calabresi , e che blinda la legge sulla cittadinanza che punta a introdurre lo ius soli in Italia.
” C’è una parte dell’opinione pubblica italiana- continua il Presidente del Consiglio- che guarda con diffidenza a questa decisione: non dobbiamo fare finta che non ci sia. Diventando cittadini italiani si acquisiscono dei diritti, ma anche dei doveri”.
“Non bisogna lasciare –termina Gentiloni -spazio all’idea che con questa decisione noi sottovalutiamo l’importanza della nostra cultura o identità, e proprio per questo abbiamo la forza di aprirci e di estendere la cittadinanza a tanti bambini che ne hanno il diritto. Gli paesi europei prevedono lo Ius sanguinis come attualmente in Italia, spesso con varianti o semplificazioni: è l’esempio di Gran Bretagna, Germania, Spagna o Irlanda, mentre in Francia esiste un “doppio ius soli” che semplifica la procedura a chi è nato in Francia da genitori stranieri a loro volta nati in Francia”.