La “colonna spezzata” ha una storia piuttosto movimentata, e non sorprende visto questo maestoso monumento , oggi collocato in piazza Vittoria vicino al mare, potrebbe avere oltre 2000 anni.La colonna fu rinvenuta agli inizi del XVII secolo durante i lavori di scavo alle fondamenta del campanile del Duomo di Napoli e l’arcivescovo Ascanio Filomarino l’aveva promessa in dono alle rappresentanze nobili della città che la volevano usare per erigere un obelisco in onore di San Gennaro. Il successore di Filomarino, il cardinale Innico Caracciolo, venne meno all’impegno preso e la regalò al viceré Pietro d’Aragona. Quest’ultimo decise di affidarla ai Teatini, che con la fine della peste, nel 1656, avrebbero voluto dedicarla a san Gaetano da Thiene. Ma neanche questo lavoro fu portato a termine e la colonna finì nuovamente nella chiesa di san Paolo Maggiore. Successivamente fu spostata nei depositi del Museo Nazionale, e infine, nel 1859 fu stazionata lì dove possono ammirarla tutti i cittadini. Ancora oggi sulla base del monumento vi è un’epigrafe che ne segnala la fallita destinazione del passato .La sua storia conosciuta inizia nel 1600, quando una parte della colonna fu ritrovata durante i lavori di scavo per realizzare un campanile del Duomo: pare che dovesse essere utilizzata per realizzare un obelisco dedicato a San Gennaro. A completarla, comunque, ci pensò Cosimo Fanzago. Dopo la pestilenza del 1656, e dopo varie discussioni, fu deciso di collocarvi sopra la statua del beato Gaetano da Thiene, divenuto santo nel 1670, ma anche questa soluzione fu scartata. La colonna per oltre un secolo fu relegata presso la porta laterale della chiesa di San Paolo Maggiore e successivamente fu depositata nel Museo Nazionale, finché nel 1914 non si pensò di erigerla, spezzata, all’inizio di via Caracciolo sopra una base precedentemente costruita nel 1867 per un monumento ai caduti nella battaglia di Lissa (III Guerra d’Indipendenza italiana) del 1866 e dedicarla a tutti i caduti del mare. Un monumento che rispecchia la tradizione e cultura partenopea .