C’è un desiderio diffuso di partecipazione e di condivisione del cammino, nel nostro Paese. C’è soprattutto a sinistra. C’è un bisogno di essere comunità, di parlare e ascoltare, di costruire insieme una speranza. C’è voglia di politica. Non è vero che è in crisi, la politica. Lo è quella degli apparati, dei poteri, delle trame, delle correnti, dei gruppetti, delle tattiche, dei comandi, delle incoerenze. Non lo è quella della ricerca comune, della condivisione, del sentimento di camminare e domandare uno accanto all’altro, uno con l’altro.
E’ con questo spirito e questa convinzione che sabato primo luglio sarò a Roma, a piazza Santi Apostoli, alla manifestazione lanciata da Giuliano Pisapia con due parole d’ordine. La prima è insieme. La seconda è apertura.
L’appello è a tutti quelli che si sentono esclusi. In quella piazza c’è posto. E’ un luogo storico dei progressisti italiani. Chi ha creduto nell’Ulivo. Chi ha creduto nel campo largo dei riformisti. Chi ha creduto che fosse il momento di smussare le differenze e riscoprire le radici comuni. Chi ha lottato per un’idea di centrosinistra che unisse la cultura sociale del cattolicesimo militante e la sinistra riformista in un solo progetto. Chi si è impegnato per tutto questo, oggi può tornare a credere in una strada, a impegnarsi, a lottare.
Il Pd aveva questa grande ambizione e l’ha smarrita, un pezzo alla volta. Ha detto bene Veltroni, nella sua intervista dell’altro giorno: “Doveva essere il partito inclusivo del centrosinistra, è diventato un partito simile alla Margherita”.
Oggi quel campo va ricostruito e da piazza Santi Apostoli parte proprio questa sfida. Un’alleanza di cambiamento. La nuova casa per i tanti elettori disorientati del centrosinistra.
Insieme significa ricostruire uno spirito di comunità, ritrovare un nuovo lessico e una nuova grammatica nello stare dalla stessa parte, riallacciare la connessione con i nostri mondi, lottare per il lavoro, per la giustizia sociale, per l’uguaglianza. Ma significa anche non chiudersi in deriva settarie e identitarie ma aprirsi. L’idea del campo è questa: niente steccati, niente muri. Spazio aperto. Costruire insieme la visione, senza veti, senza personalismi, su idee, su programmi, su piattaforme di senso e di contenuto.
Io ci sarò perché credo che di tutto questo ci sia bisogno e che si debba avviare un lavoro che sarà lungo, faticoso ma esaltante.
Cos’è, del resto, la politica se non sfidare il futuro insieme?
MICHELA ROSTAN deputato Art1