La Francia dà l’addio a Simone Veil, fu prima presidentessa del parlamento europeo. Ad annunciare la scomparsa della politica transalpina è stato il figlio Jean: “Mia madre è morta questa mattina nel suo letto – ha detto -. Avrebbe compiuto 90 anni il prossimo 13 luglio“.
Arriva subito il tweet di condoglianze del presidente Emmanuel Macron: “Il suo esempio possa ispirare i nostri compatrioti”. Veil era ancora una delle figure pubbliche più ammirate trasversalmente nel Paese. Nata nel 1927 a Nizza, viene arrestata ad appena 16 anni nel 1944 dalle SS e trasferita assieme alla madre Yvonne e alla sorella Madeleine in Germania nel campo di sterminio di Auschwitz dove le tatuano sul braccio il numero identificativo 78561.
Il padre e il fratello, deportati nelle stesse ore verso la Lituania, non faranno mai ritorno a casa. La madre morirà di tifo durante la prigionia. Lei, Madeleine – liberate dagli Alleati nell’aprile 1945 – e l’altra sorella Denise sono le uniche sopravvissute della famiglia.
Ma l’esperienza segnerà tutta la sua vita. Dal 1979 al 1982 è stato il primo presidente eletto del Parlamento europeo. Poi guida a lungo il gruppo liberale a Bruxelles.
Poi diventa membro del consiglio costituzionale, presidente della Fondazione per la memoria della Shoah, membro dell’Accademia di Francia.