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CON LA BREXIT, I RICERCATORI ITALIANI PENSANO AL RITORNO IN PATRIA

I rapporti tra l’Ue e la Gran Bretagna dopo la Brexit e’ in una sorta di calma apparente dove neanche i maggiori analisti socio-economici riescono a dare precise stime sui vantaggi o danni dall’Uscita degli anglo-sassoni dalla Vecchia Europa. Un dato pero’ e’ certo, cioe’ di un diffuso malessere di cittadini-lavoratori facenti parte dell’Unione Europea che preoccupati dalle sorti della Brexit, pensano sempre piu’ frequentemente a lasciare l’Inghilterra per approdare verso terre piu’ amiche,  o  addirittura tornare nel proprio paese d’origine per ripartire da zero. E’ cio che risulta da un sondaggio dell’ambasciata italiana a Londra  nello specifico caso del mondo accademico dove la presenza di Italiani e’ molto marcata; le ragioni sono molteplici: in previsione dell’uscita della Gran Bretagna diminuiranno i Fondi dell’UE destinati alla ricerca, la preclusione e  l’esclusione dai progetti dell’Ue per coloro inseriti nel campo della ricerca, contrasti del nuovo Governo Britannico con il mondo universitario legato ai progetti Europei, previsto calo  borse di dottorato agli studenti dell Ue. Una fuga di cervelli all’inverso , dove circa 10 anni fa’, la Gran Bretagna veniva percepita come l’eldorado della ricerca e delle opportunita’ professionali, laddove chiunque poteva raggiungere la propria dimensione e collocazione lavorativa attraverso politiche e progettualita’ condivise tra l’Ue e la Gran Bretagna. Da allora tante cose sono cambiate,  a partire dalla cultura e dall’atteggiamento degli stessi cittadini britannici che attraverso il voto della Brexit hanno dato un chiaro segnale di insofferenza verso l’integrazione, vero mantra dei paesi facenti parte l’Unione Europea tra cui l’Italia.

Per carita’, solo sondaggi e la recente storia di Trump e la nostra politica nostrana insegnano che le sorprese sono sempre dietro l’angolo, ma se cio’ si confermasse attraverso il flusso migratorio verso casa ( Italia) o indirizzati verso altri lidi pioneristici di ricerca europea, sarebbe uno dei tanti campanelli d’allarme che i Tre Pilastri Europei dovrebbero risolvere al piu’ presto, per non cancellare le certezze di integrazione, crescita, sviluppo, ricerca e condivisione che e’ alla base della Comunita’ Europea.

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