Il carcere di Santa Maria Capua Vetere è alle prese con le varie rivolte dei detenuti , irritati dalla mancanza d’acqua e i lunghi black out elettrici che stanno colpendo la struttura che li ospita.
Carlotta Giaquinto, direttrice del carcere, in balia degli eventi cerca però di alleggerire la questione e di gettare acqua sul fuoco così dicendo: ” la struttura manca di un allaccio alla condotta idrica pubblica e che ogni estate affronta il problema della grande sete, con ripercussioni sulla vita dei detenuti, già in sovrennumero. Infatti sono 970 contro 833 previsti per regolamento e degli agenti che sono 480, in rapporto di quasi 1 a 3 coni reclusi . Durante la giornata l’acqua prelevata dai pozzi viene quasi razionata , con orari in cui non si può utilizzare, e spesso l’erogazione si interrompe per il malfunzionamento di una cabina elettrica e conseguente stop dell’impianto di pompaggio”. Gia dallo scorso anno , visto l’impossibilità del ministero di grazia e giustizia di finanziare l’opera per intero, è intervenuta la regione che ha stanziato i fondi occorrenti, quindi è iniziata la procedura di affidamento curati dal comune che è stazione appartante.
In conclusione la Giacinto dichiara: ” siamo nella fase delle selezioni dei progetti, purtroppo i tempi per la realizzazione dell’opera , che per noi è fondamentale , sono ancora lunghi”!
Gli agenti penitenziari sono in continua agitazione da settimane chiedendo l’invio di 20 unità al Dap per poter alleggerire il carico lavorativo dei poliziotti presenti , e inoltre hanno iniziato a non mangiare alla mensa. In merito a ciò si è espresso Ciro Auricchio , segretario regionale dell’unione sindacati polizia penitenziaria : “questa è l’unica forma di protesta che si può attuare, ma presto possiamo decidere di organizzare una manifestazione per richiamare l’attenzione su una situazione insostenibile. Va rivista l’intera pianta organica del carcere di Capua Avetere , ma nache dell’altra struttura a Carinola (Caserta)”
