“Non esiste un problema di mancanza di Canadair. Esiste un problema di pianificazione e di mezzi in capo alle Regioni. E la Campania non ne ha ancora di adeguati”. Il capo della polizia Franco Gabrielli conferma il “massimo impegno della flotta di Stato” per la lotta ai seminatori di roghi, e – da ex vertice della Protezione civile alla guida di missioni importanti – tiene “a fare chiarezza”.
Gabrielli sarà stamane, alle 11, nella Basilica del rione Sanità accanto al questore Antonio De Iesu, e ai poliziotti napoletani (autori degli arresti per il delitto di Genny Cesarano) insigniti del premio Antonio Ammaturo, nel 35esimo anniversario dell’omicidio del dirigente. Ammaturo, che osò sfidare Cutolo e ne catturò il figlio, fu ucciso dalle Brigate Rosse il 15 luglio 1982, con l’agente Pasquale Paola.
Prefetto Gabrielli, lei oggi si “riprende” significativamente il percorso di quel commando, del quale restano ignoti i mandanti. Dall’omaggio alla lapide in piazza Nicola Amore, risalirà verso la Sanità, dove quegli assassini trovarono rifugio.
“Sì, lo stesso rione dove oggi esistono segni confortanti di riscatto dal basso, e dove non solo stiamo doverosamente con i nostri operatori e mezzi, ma vogliamo continuare a starci conquesta fermezza e determinazione, per contrastare i fenomeni della criminalità in tutte le sue declinazioni. E devo ringraziare il questore e tutti i colleghi, dal più giovane agente al vicario per il lavoro che compiono a Napoli. Ma per me questa giornata di memoria si carica di significati, anche personali”.
Per l’esempio di Ammaturo?
“Per me è stato un modello, un personaggio nel cui alone sono cresciuto. Entrai in polizia tre anni dopo l’efferato delitto. E mi appassionava lo studio sulla stagione del terrorismo endogeno e dei suoi legami con la criminalità locale, che all’epoca sembrava riscuotere minore allarme, mentre segnava drammaticamente alcuni territori”.
La camorra cambia legami, lessico: dalle stese alle paranze. Ma resta invasiva e pericolosa. I vostri rinforzi?
“Intanto, l’impegno delle forze dell’ordine su Napoli credo sia stato ben rimodulato proprio sul contrasto alle strategie criminali che mutano, e sulla necessità di trasmettere maggiore sicurezza. Qui non c’è solo esigenza di avere una presenza più strutturata, ma è fondamentale anche immettere linfa nuova. E stiamo per invertire la tendenza con nuove immissioni: ora parte un corso per 700 agenti, il prossimo di 1200”.
Migranti, ieri nuovo sbarco a Salerno. Il sud continua ad aprirsi, mentre in Europa continua lo scaricabarile.
“Posso testimoniare che, a partire dall’azione del ministro Minniti, è in corso un grande sforzo per trovare soluzioni che affrontino il problema, puntando alle cause. Andare a lavorare sulla sponda sud sia molto intelligente e lungimirante. Anche perché, per molto tempo, abbiamo vissuto il fenomeno con l’impostazione di chi doveva, per dirla alla napoletana, “far passare” la nottata, col retropensiero che il nostro paese era un luogo di passaggio. Ora che le cose cambiano, e si ipotizzano conseguenze più complicate, si va alla ricerca di più adeguate risposte, ma anche in termini di responsabilità collettive”.
Lei è stato anche capo della Protezione civile. Perché sui roghi al Vesuvio lo Stato è arrivato tardi?
“Guardi che si dicono cose assurde. Abbiamo la più ampia flotta pubblica di Canadair al mondo: sono 19”.
Ma allora perché è finita con oltre 100 ettari bruciati? Ritardi, inadempienze?
“Non sta a me individuare responsabilità, e la lotta primaria ora è contro i criminali e, in parte molto residuale, i malati che hanno compiuto questi attacchi. Ma per fare chiarezza va detto assolutamente che il tema della lotta agli incendi boschivi è, in via primaria, una responsabilità delle Regioni”.
La Campania, con soli 3 elicotteri (se va bene), è indietro?
“Guardi, in Italia statisticamente le regioni che vanno a
fuoco d’estate sono Sardegna, Sicilia, Campania e Calabria. Il dramma è che si tende a dimenticare: i morti della Puglia, le estati terribil del 2007 e 2003. Ora, quella meglio dotata è la Puglia che ha acquistato dei Fire boss. O la Sardegna che, molto meno popolata della Campania, conta 11 elicotteri anti-incendio regionali. Certo, la Sicilia è messa certamente peggio di tutti. Ma se si aspettano i Canadair, anche tecnicamente, si lascia il vantaggio ai roghi”.
CONCITA SANNINO da La repubblica di oggi