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CONVEGNO NAZIONALE DELLA MAGISTRATURA ONORARIA UNITA A BENEVENTO

Si è tenuto lunedì 17 luglio 2017 il convegno Nazionale dei Magistrati Onorari per discutere sulla legge di riforma, la n. 57 del 2016, che tende a creare una figura unitaria di Magistrati Onorari unendo nel cosiddetto ufficio del Processo le figure dei Giudici di Pace e dei Giudici Onorari di Tribunale, che si occupano prevalentemente di contenzioso civile, e creando un Ufficio in Procura per vice procuratori onorari che sia di supporto per i Pubblici Ministeri Togati.
Le ragioni della protesta dei Magistrati Onorari, in sciopero da mesi per protestare contro la riforma del Ministro Orlando, sono dovute al fatto che la Legge delega 57/2016 e i due decreti attuativi successivi il D. L.vo 92/2016 e il D. L.vo del 10.07.2017 presentano profili di incostituzionalità in quanto violano Direttive Europee e principi di diritto Costituzionale e Comunitario e questo tutto a danno dei cittadini e della comunità italiana.
Il Giudice onorario si occupa con i suoi Giudici di Pace e Giudici Onorari di Tribunale di gran parte del contenzioso civile e penale presente nei Tribunali italiani ed in particolare di circa il 50%-60% del contenzioso mentre i Vice Procuratori Onorari sono indispensabili al’interno delle Procure in quanto sostituiscono i Pubblici Ministeri nelle udienze consentendo a questi ultimi di svolgere i loro ruoli nel compimento delle indagini.
A fronte dell’impegno quotidiano questi Magistrati Onorari percepiscono solo delle indennità di presenza a fronte di turni da rispettare, udienze da svolgere, sentenze da scrivere e tanti altri compiti simili a quelli che svolgono anche i Magistrati Professionali quali ad esempio la formazione, l’inserimento in tabelle e sezioni, turni feriali e di reperibilità anche nel mese di agosto.
Nel convegno appena svoltosi a Benevento si è evidenziato come la Legge di riforma viola il Diritto Comunitario ed in particolare la Direttiva Europea 70/1999 e 81/1997 che vietano il lavoro temporaneo in genere nonché l’art. 6 Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo che vuole un Giudice Imparziale ed Indipendente, cosa che la temporaneità dell’incarico non assicura, nonché viola la Carta Sociale dei Diritti dei Lavoratori per violazione del principio di non discriminazione, cosa che avviene in Italia tra Giudici Onorari e Giudici Professionali, ed a tale ultimo riguardo il Comitato Europeo dei diritti Sociali con una Decisione del luglio 2016 ha stabilito che l’Italia viola i diritti previdenziali ed assistenziali dei Giudici Onorari non dando assistenza in caso ad esempio di malattia o maternità e non prevedendo una pensione dopo che alcuni Giudici Onorari svolgono questo lavoro anche da più di venti anni.
In pratica, come per i precari della scuola, qualora i caratteri di un lavoro a tempo determinato in termini di ore dedicate, obblighi di presenze, tipo di retribuzione, obblighi di formazione, valutazioni periodiche sanzioni disciplinari in caso di assenze reiterate assumano i caratteri propri del lavoro a tempo indeterminato, quel lavoro non può essere più mantenuto e trattato all’interno del’ordinamento italiano come un lavoro a tempo determinato altrimenti viola i principi costituzionali (ad esempio l’articolo 2 Costituzione, ma vedi anche il D. L.vo 368/2001) e quelli Comunitari suindicati ed al riguardo la Corte Costituzionale ha chiarito che si viola il principio della indisponibilità del tipo qualora la legge dia una natura onoraria a un rapporto che di fatto ha tutti i requisiti di un rapporto a tempo indeterminato.
La riforma in atto, invece, vuole mantenere la temporaneità dell’incarico di Giudice Onorario senza le garanzie che ogni lavoratore ha ed a fronte di un aumento delle competenze in materia civile (ad esempio aumenterà la competenza per valore delle cause affidate ai giudici di pace ed agli stessi giudici di pace verrà affidata tutta la materia condominiale) gli verranno addirittura ridotti i compensi mentre nel 1974 e nel 1981 i vice pretori onorari per far fronte a enormi carichi di lavoro presenti nei tribunali furono stabilizzati fino all’età pensionabile.
I tagli dei costi nella Giustizia sono iniziati con il taglio di centinaia di sedi di Giudici di Pace e di Tribunale a partire dal 2012 ed oggi si vuole eliminare anche il Tribunale dei Minori ma i risparmi nella Giustizia determinano a lungo temine dei maggiori costi poiché per eliminare le inefficienze determinate dai risparmi di oggi si creeranno altri costi in futuro che andranno a carico dei cittadini come oggi va a carico dei cittadini dover sostenere dei costi per accedere alla Giustizia e non vedersi garantito da un giudice terzo ed imparziale poiché soggetto alla temporaneità ed alla precarietà quando il cittadino si trova dinanzi ad un Giudice Onorario (previsto dall’art. 106 Costituzione Italiana) che come detto gestisce la metà di tutto il contenzioso civile e penale in Italia.

Avv.Giuseppe Racchiglio, giudice di Pace a Napoli

 

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