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MITI DI NAPOLI: LA LEGGENDA DEL MASCHIO ANGIOINO, STORIA DI COCCODRILLI E MISTERI NAPOLETANI

Il famoso Castel Nuovo, o più comunemente chiamato come Maschio Angioino fu costruito da Carlo I d’Angiò, quando trasferì la capitale del regno da Palermo a Napoli. Secondo il monarca Castel Capuano non poteva essere una residenza degna del re e decise che il luogo più adatto per la nuova reggia fosse quello dove sorgeva la chiesa di Santa Maria ad Palatium.

Il castello fu eretto su una pianta quadrilatera irregolare, con sette o otto torri, di forma cilindrica, ubicate, oltre che agli angoli anche lungo la cortina. Vi si accedeva dal lato settentrionale. Ma il sovrano che diede un forte impulso all’edilizia pubblica fu Alfonso D’Aragona, insediatosi sul trono il 26 febbraio 1443. Così si segnò un vero  passaggio dal castello, inteso come fortezza e dimora signorile del medioevo e la fortezza dei tempi moderni. Non servivano più torri alte e munite di merli per fronteggiare tentativi di assalti a mezzo di scale e armi da lancio, ma torri di minore altezza e di grande diametro per proteggere da proiettili e armi da fuoco.

I sotterranei del castello sono costituiti da due zone: la fossa del coccodrillo e la prigione dei Baroni. La fossa del coccodrillo, detta anche del miglio, era il deposito del grano della corte aragonese, ma era usata anche per i prigionieri. La leggenda del Coccodrillo che narra di misteriose sparizioni dei prigionieri a causa di un coccodrillo che penetrava da un’apertura nel sotterraneo e portava in mare i detenuti per una gamba dopo averli morsi.

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