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Sabato 29 luglio, Beggar’s Theatre (Napoli): La tragedia greca incontra l’Africa con Titanogonia per Prometheo di Mariano Bauduin .Progetto vincitore del bando “Migrarti 2017” del Mibact

Sabato 29 luglio alle ore 20 all’agorà del Centro L’Oasi di Figli in Famiglia onlus in via Ferrante Imparato 111 (zona San Giovanni a Teduccio, Napoli) è in programma Titanogonia per Prometheo, ovvero il titano che mi vendette il suo destino, testo, musiche e regia di Mariano Bauduin, progetto vincitore del bando “Migrarti 2017” della Direzione generale dello spettacolo dal vivo – Ministero dei Beni, delle Attività culturali e del Turismo.

La rappresentazione nasce dai laboratori di recitazione, coreutica e allestimenti, condotti nella fucina del “Beggar’s Theatre – Il Teatro dei Mendicanti”: un percorso che ha coinvolto immigrati africani, studenti napoletani, la Corale per San Giovanni, Dario Gessati per le scene, Marianna Carbone per i costumi e Guido Levi per le luci, assieme alle attrici Renata Fusco e Antonella Morea a ai musicisti Gianluca Mirra e Giuseppe Di Colandrea degli Alberi di Canto Teatro.
Titanogonia è la prosecuzione del mito di Prometeo, ora incaricato dagli dei di riprendersi il fuoco dall’umanità, rea di non aver con questo raggiunto il progresso. Di fondo, c’è il concetto freudiano per cui “l’uomo deve riappropriarsi di quello che gli è stato donato, per possederlo davvero”.
L’opera ha l’impianto della tragedia greca (prologo, parodo, episodi ed esodo). Non mancano riferimenti alla letteratura africana contemporanea. Il coro è differenziato in umanità della luce e delle tenebre, e negli dei, questi ultimi interpretati da africani a simboleggiare una religiosità arcaica. Ousmane Sanou è un Prometeo nero, con catene ai capelli, che parla attraverso otto dioscuri ragazzini. In scena compaiono Hermes, Oceano e Io (come in Eschilo), e personaggi come il soldato bianco e quello nero, o le due donne africane, testimoni della guerra perenne dell’Africa e del mondo (l’impianto scenico è una grande battaglia).

L’azione è accompagnata da una partitura per voci, due pianoforti, percussioni e fiati, che dal Prometheus di Carl Orff contamina madrigali e canti popolari nostrani e africani.
Titanogonia è dedicato a Leo de Berardinis, “una delle voci ingiustamente poco tenute in considerazione”, sottolinea Bauduin. Come nello stile del drammaturgo campano, il progetto nasce da un laboratorio e fa incontrare alto e basso, in questo caso per favorire l’integrazione culturale e sociale attraverso i mestieri del teatro, la cultura classica, la musica colta e le tradizioni italiane e africane.

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