A Julie Italia (canale 19 del Dtt) si è tenuto lo Speciale Politica ai Raggi X “Regione che vai, cannabis che non trovi”, condotto da Samuele Ciambriello. Ospiti della trasmissione sono stati Francesco Emilio Borrelli – Consigliere Regionale Campania per i Verdi e componente Commissione Sanità, Raimondo Riccio Cobucci – medico e psichiatra, Giuseppe Pennacchio – sociologo e resp GESCO servizi tossicodipendenze.
Via libera da ormai 2 anni, con tanto di firma in calce del Ministero. La cannabis in Italia è un farmaco che allieva i sintomi di alcune malattie, uno degli strumenti a disposizione dei medici. In una dozzina di regioni, tra cui Piemonte, Toscana, Sicilia e Campania ci sono leggi regionali. I benefici della cannabis sono stati certificati da una casistica clinica. Ad oggi pero’ sono poche le farmacie galeniche all’interno delle quali è possibile produrre la cannabis. Le leggi proibizioniste hanno avvantaggiato un mercato grigio. L’approvazione della cannabis come uso terapeutico risale all’ 8 agosto 2016, anche se poi ha necessitato di alcune modifiche perché il governo l’aveva impugnata. Due emendamenti erano in contrasto con le leggi vigenti e con la Costituzione.
La situazione è comunque diversa in base alle regioni di riferimento: in Emilia è gratis usufruirne , in Lombardia si paga. Per i malati che ne hanno diritto a volte è un salasso. Questo problema è sicuramente dipendente dalle autonomie che hanno le Regioni, hanno creato disparità di trattamento per i cittadini della stessa nazione.
Resta ad oggi un pregiudizio forte riguardo alcune sostanze come i cannabinoidi, e si preferisce utilizzare le pericolosissime benzodiazepine. La legalizzazione della cannabis porterebbe dei vantaggi, su più fronti: si sottrarrebbero mercati alla malavita organizzata e si creerebbe occupazione e possibilità di dare lavoro, con entrate economiche enormi per lo Stato. Gli introiti che si ricaverebbero da una legalizzazione, sono stimati in miliardi di euro. De Magistris (Sindaco di Napoli), Roberti (Procuratore Nazionale Antimafia) e Woodcock (magistrato) si schierano pubblicamente sul fronte antiproibizionista, sottolineando il totale fallimento dell’azione repressiva.
Un beneficio lo avrebbero indubbiamente anche le carceri: è facile immaginare una deflazione dei carichi giudiziari, e quindi la possibilità di dedicarsi a fenomeni criminali più gravi.
E’ ovvio che ad ostacolare tutto ciò ci sono i colossi delle aziende farmaceutiche: la cannabis non ha brevetto, motivo per il quale viene vista come una vera e propria minaccia ai loro interessi economici.
Bisognerebbe affermarsi l’idea che il contrasto solo militare dei fenomeni criminali sia troppo costoso, con sperpero di vite e destini individuali. E’ sotto gli occhi di tutti come sia stato fallimentare a proposito delle droghe leggere. Varrebbe la pena di pensare ad una strategia di contrasto che superi un’impostazione repressiva, sperando in un progetto dove le energie umane vengano utilizzate in un mercato legalizzato.
Lo speciale sarà visibile su Julie Italia stasera alle ore 21.00.