«Le elezioni siciliane sono importantissime. ma non per i giochi politici nazionali», Matteo Renzi sbarca a Palermo per presentare il suo libro. I suoi avversari puntano a usare una eventuale sconfitta come una carta da giocare in vista delle politiche, per una salita alla coalizione di centrosinistra magari con un altro candidato premier. E Renzi lo dice subito, senza mezze misure: «Non è che se le elezioni qui vanno in un modo, si rifanno i congressi». Anche per questo, Renzi fa notare che non metterà parola sulla scelta del candidato, anzi sembra favorire e mettere in luce il fedelissimo Davide Faraone: «Niente diktat da Roma. Al Pd non interessa una bandierina in più».
Ma la partita è tutta in salita, contro gli avversari Cinque stelle. E la preoccupazione più amara è quella di arrivare terzi. Perciò, mentre Mdp e Si provano a costruire una lista unitaria con Orlando, le diplomazie Pd, , sono impegnati per tenere in coalizione Angelino Alfano, che con i voti di Ap rischia di essere determinante. Non è facile, però, la ricerca del candidato governatore.
La terra siciliana, amara e ricca di speranza rimane il crocevia cruciale in vista delle elezioni politiche.