Cultura, futuro e territorio: sono queste le tre parole chiave che animano la Scuola Internazionale di Cucina Italiana ALMA. Perché se si vuole lavorare nel food&beverage – settore sempre più strategico e al centro dell’attenzione – non si può trascurare nessun dettaglio. Non basta imparare le regole base del mestiere, che sia in cucina o di natura manageriale. Bisogna conoscere profondamente il contesto in cui ci si muove, la sua storia e le sue prospettive di sviluppo. Per intercettare prima degli altri le esigenze delle persone e del mercato di riferimento. Un obiettivo che, per ALMA, è fondamentale raggiungere. Il punto d’approdo cui lasciare i propri alunni, prima che ognuno di loro prenda la propria strada. Lo abbiamo capito parlando con Matteo Berti, direttore didattico della Scuola.
Confronto e cultura: il segreto del gusto
“L’aspetto culturale – dice Berti – fa riferimento a diversi elementi. Innanzitutto, però, si crea grazie a studenti provenienti da ogni parte del mondo che si incontrano e si confrontano all’interno della Reggia di Colorno, sede di ALMA. È fantastico vedere come le diverse culture si approccino in maniera del tutto diversa al cibo pur cercando la stessa cosa: il gusto”. Ma altrettanto importanti sono i concetti di territorio e di futuro: “si legano essenzialmente alla posizione in cui la Reggia e di conseguenza ALMA hanno luogo – sottolinea il Direttore – alla regione di riferimento, l’Emilia Romagna, vera e propria roccaforte della rivincita provinciale italiana, a stretto contatto con i trend europei e mondiali più in voga. Non esiste progresso senza tradizione e ALMA ne è la dimostrazione”.
Studiare in Emilia, food valley italiana
Ma quali sono i vantaggi di frequentare un corso di cucina apparentemente fuori dai circuiti principali, nell’entroterra emiliano, in provincia? Proprio la posizione geografica è uno di questi. “ALMA non a caso sorge in un luogo molto speciale – ci tiene a evidenziare Matteo Berti – la cosiddetta ‘Food Valley italiana’, dove nell’arco di pochi chilometri si ha la possibilità di assaggiare quelle che sono considerati da tutti come veri e propri capolavori del panorama gastronomico: il Culatello di Zibello, il Parmigiano Reggiano, l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena, il Prosciutto di Parma. Poter degustare eccellenze come queste, permette al cuoco di capire le radici gastronomiche e culturali che ciascun territorio possiede”.