La Cina ha già investito oltre 60 miliardi di dollari per la realizzazione della Nuova Via della Seta, chiamata anche «Belt and Road Initiative» (Bri), il colossale progetto terrestre e marittimo – sei corridoi di trasporto, 900 realizzazioni di infrastrutture viarie, ferroviarie, marittime e telematiche, investimenti per oltre mille miliardi di dollari – che rafforzerà in maniera fondamentale le comunicazioni tra l’Europa e l’Asia. L’Italia, in particolare con i suoi porti di Genova, Venezia e Trieste, ha un ruolo strategico nel progetto, ed ha grandi opportunità in tutti i campi, a cominciare da quelli industriali, del turismo e della cultura. Perciò – anche si tratta di un arco temporale di decine di anni – occorre modernizzare e potenziare in tempi brevi tutta la nostra rete portuale, soprattutto nel Mezzogiorno.
E’ quanto sostengono l’ex sottosegretario all’Economia Mario Lettieri e l’economista Paolo Raimondi, sintetizzando i risultati della conferenza internazionale di Pechino cui hanno partecipato 120 Paesi con l’Italia presente ai massimi livelli istituzionali (presidente della Repubblica Sergio Mattarella), politici (presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e ministri economici), imprenditori.
Aggiungiamo che tale urgenza è giustificata da casi come quelli del porto ateniese del Pireo che, acquistato dalla Cina, ha visto in pochi anni aumentare il traffico di containers da 500.000 ad oltre 3 milioni. L’Italia ha progettato l’alleanza tra i 5 maggiori porti del Nord Adriatico (Venezia, Trieste e Ravenna oltre a Fiume e Capodistria) ed ha stanziato 350 milioni di euro per la costruzione al largo di Venezia di una piattaforma di attracco per le navi provenienti dall’Asia.
La compagnia cinese Cisco ha già effettuato notevoli investimenti nello scalo di Vado Ligure. E poche settimane fa è stato avviato un nuovo collegamento ferroviario tra il polo intermodale di Mortara (Pavia) e il polo logistico Hi-tech Park di Chengdu, principale centro di scambio in Cina: una volta alla settimana le merci copriranno i 10.800 chilometri che separano i due Paesi in circa 18 giorni.
La Nuova Via della Seta è destinata inevitabilmente a modificare gli equilibri geopolitici ed economici del mondo. Mentre si alimentano timori di derive protezionistiche, la Cina propone l’idea del mondo globalizzato più inclusivo ed equilibrato.