“Non sono contro il codice Minniti, ma se bisogna salvare vite serve la nave più vicina“.Così si è espresso il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, secondo cui codice di autoregolamentazione per le navi delle ong che soccorrono i migranti, è adeguato ma vengono prima le regole del diritto internazionale che impongono il soccorso in mare, anche se a effettuarlo sono imbarcazioni di organizzazioni che non hanno sottoscritto l’accordo con il governo. Per Delrio l’importanza va data alle vita umana, e non sono giustificati gli attacchi alla Guardia costiera, che compie soltanto il proprio compito.
Tuttavia, il presidente dell’europarlamento, Antonio Tajani, replica in merito: “Il codice è indispensabile perchè stavano accadendo vicende che creavano preoccupazioni e sospetti: servono le regole ed è indispensabile siano rispettate. La commissione è stata chiara ma e importante che l’Italia parli con voce unica: non possono esserci politiche ondivaghe ed in questa direzione è stato importante il messaggio del presidente della Repubblica”.Altra opinione da sottolineare è quella del ministro della Giustizia, Andrea Orlando, che ha dichiarato : “Dobbiamo disciplinare il settore senza correre il rischio di una criminalizzazione indiscriminata: non può passare il messaggio, come mediaticamente in parte sta avvenendo, che le ong siano quasi una promanazione degli scafisti“. Secondo Orlando servono “regole” ma “le regole da sole non bastano. Alcune ong possono anche essersi macchiate di qualche azione non esemplare, ma in questi anni hanno svolto un ruolo importantissimo salvando migliaia di vite. Quindi far passare il messaggio, come sta avvenendo in parte mediaticamente, che siano quasi una promanazione degli scafisti, credo sia un errore”. Intanto Sos Mediterranee, una delle Ong impegnate nel salvataggio di migranti al largo della Libia, tra quelle che non hanno firmato il codice di condotta, ha chiesto un incontro al Viminale per chiarire la sua posizione in vista della possibile firma del codice. A ribattere, sulla questione spinosa, è Michele Trainiti, capo progetto Sar della ong.: Nessuno ha chiesto di entrare a Lampedusa, nessuno ce lo ha vietato. Operazioni come quella di ieri sono usuali. Magari in altre condizioni, ci saremmo potuti avvicinare di più all’isola”. “Msf – prosegue Trainiti – sta lavorando come sempre. La nostra posizione non cambia. E’ sempre la Guardia Costiera che dà indicazioni sui soccorsi, che coordina le operazioni. Abbiamo sempre collaborato con la Guardia costiera e continueremo a farlo. Siamo in mare per salvare vite umane e lo faremo finché ce lo permetteranno. Ciò che vogliamo è lavorare in tranquillità“.