Per il presidente-commissiario, Vincenzo De Luca, oltre alle falle nella rete del 118, resta da superare un ulteriore ostacolo: i tetti di spesa per privati accreditati.
In vista ci sono il consueto caos autunnale e la paralisi delle attività di laboratori e centri diagnostici. E come se non bastasse i complessi calcoli relativi alla mensilizzazione dei tetti di spesa introdotti dall’ex commissario Polimeni.
I limiti di spesa, dopo lo «stop and go» andato in onda mese per mese nel 2016, quest’anno sono stati infatti attribuiti non più al singolo centro sanitario bensì alla macroarea assistenziale (diagnostica, patologia clinica etc.). Il calcolo mensile è stato inoltre trasformato in un monitoraggio trimestrale ,con il 10 per cento di tolleranza, ma le Asl, fino allo scorso luglio, non hanno mai comunicato il consumo reale rispetto al «carburante» disponibile. Pertanto prima la Asl Napoli 2 nord e ora la Asl Napoli 1 centro, con una mail di posta certificata, hanno comunicato tardivamente ai centri privati le date di esaurimento del budget.
Di conseguenza i distretti, in fase di liquidazione, non potranno remunerare alcune delle prestazioni rese. La Asl Napoli 1 nei giorni scorsi, per le attività del primo trimestre dell’anno, ha comunicato tutte le date di mancata copertura economica relative al primo e al secondo semestre dell’anno. Prestazioni che allo stato non potranno essere pagate o da recuperare nel prosieguo delle attività a fine anno.
Nella prospettiva di lavorare senza la certezza dei pagamenti le strutture accreditate sono intenzionate a fermarsi già dal prossimo settembre con il passaggio all’assistenza indiretta, com’è avvenuto sempre negli ultimi 10 anni.