Legambiente ha elaborato dei dati ufficiali , che riguardano gli abusi e le demolizioni , intorno e all’interno del Parco Del Vesuvio, incrociando una serie di informazioni di fonte giudiziaria e municipale. Stabilendo quindi , che : è compito dei comuni e non dell’ente Parco nazionale del Vesuvio, procedere alle demolizioni
Anche se , fino ad oggi , si contano ventisettemila abusi edilizi nella zona rossa del Vesuvio che comprende 25 Comuni e l’area orientale della città di Napoli e ventisettemila procedimenti avviati tra cui , duemila sono compresi nei tredici Comuni che delimitano l’area del Parco; sono solo 192 le sentenze passate in giudicato nelle tre Procure competenti :Napoli, Nola, Torre Annunziata e 55 le demolizioni realizzate in due fasi a vent’anni dall’istituzione dell’area protetta.
Parliamo di quei 1600 ettari distrutti dalle fiamme divampate degli incendi ,l’area vesuviana che continua ad essere soffocata dall’abusivismo. Una situazione che, secondo il presidente nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli, che ha presentato ricorso ottenendo l’impugnativa da parte del governo, si aggrava con la recente legge regionale della Campania che ammette il cosidetto “abuso per necessità” che sarebbe introdotto anche nell’area del Parco. Anche le case abusive, costruite alle pendici del vesuvio , resteranno lì dove sono state costruite , e così anche i suoi 7000 abitanti.
Da qui la denuncia di Ugo Leone, in passato direttore e poi commissario del Parco del Vesuvio fino ad un anno fa: «In un’area naturale protetta non è possibile costruire un solo centimetro cubo in più. L’azione deve andare in senso contrario. Va ridotta la densità abitativa e bisogna ampliare le vie di fuga. Certo, le demolizioni sono state poche in vent’anni, ma spettano alle amministrazioni comunali».
Agostino Casillo, 34 anni, ex consigliere comunale a San Giuseppe Vesuviano, ed attuale presidente del Parco del Vesuvio , invece , difende la sua struttura: «Abbiamo iniziato la riqualificazione dei sentieri, ma non abbiamo la bacchetta magica. Non abbiamo operai, solo dodici dipendenti di ufficio. Perciò chiediamo aiuto al ministero e supporto ai Comuni».