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UMBERTO DE GREGORIO:” L’ELITE E IL CORNO SUL LUNGOMARE DI NAPOLI,QUALCOSA NON QUADRA. MA ESISTE L’ELITE A NAPOLI?”

L’élite non può tollerare il corno? Mi dispiace ma non sono d’accordo. L’élite, intesa come classe intellettuale, quella classe che dovrebbe avere in mano le redini della città, che dovrebbe dare indicazioni, sporcarsi le mani, essere d’esempio, questa élite è latitante da tanto, troppo tempo per scandalizzarsi del corno sul lungomare.
Siamo seri. L’élite a Napoli ha abdicato al suo ruolo, questa è la verità. E non lo riconquisterà certo in questo modo. Partiamo dalla classe politica. Esiste questa élite nella rappresentanza in consiglio comunale, della città metropolitana, della Regione? Risulta, a parte rare eccezioni, sostanzialmente assente. Napoli, la capitale intellettuale del Mezzogiorno, esprimeva una volta non solo Presidenti della Repubblica e parlamentari, ma anche illustri consiglieri in ambito locale. Oggi la provincia di Napoli e Salerno si contendono lo scettro della vita politica regionale, la città di Napoli è assente o meglio è rappresentata dal Sindaco con la bandana.
Ed eccoci al punto. Ora l’élite vorrebbe protestare contro il corno e dare cosi battaglia al Sindaco. A mio avviso sbaglia. Deve prima “esistere” per aver diritto a protestare, e per esistere deve essere in grado di esprimere una classe politica in grado di dare voce amministrativa e direzionale alla protesta.
Quanto all’oggetto della protesta, è sbagliato anch’esso. Il corno è una provocazione estetica, commerciale e paesaggistica. Una provocazione, peraltro transitoria, serve appunto a far discutere. In tal modo la protesta dell’élite si trasforma, involontariamente, in un appoggio all’operazione, che altro non vuole, che suscitare perplessità, dibattito, discussione, stupore.
Prima del corno vi sono mille altre cose più scandalose su cui accendere i riflettori della protesta e della proposta, che non può essere quella dello stato dei luoghi “prima”, della conservazione.
Lo stato del lungomare è desolante, e non per il corno, che addirittura può essere qualcosa utile a nascondere la desolazione tutto intorno. La protesta deve essere contro i mostri porchettari, contro le sedie coca cola disseminate su tutta via caracciolo, contro la volgarità imperante che ha trasformato un luogo magico in un luogo squallido. Per non parlare di Via Partenope, liberata dalle auto ma senza un alcun progetto di riqualificazione ( atteso invano da cinque anni) e lasciata all’iniziativa di commercianti e bancarelle.
L’élite deve selezionare e indirizzare la protesta, esprimere classe politica, trasformarsi in proposta. Scandalizzarsi in salotto o dalla villa al mare per il corno è una perfetta risposta (attesa) da chi quel corno vuole per nascondere ben altri problemi.

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