“Scusateci, ma non possiamo parlare di sport”: la prima pagina di ‘Marca’, il maggior quotidiano sportivo spagnolo, riassume tutto lo sgomento, la tristezza, il senso di vuoto che fa da sfondo alla giornata di lutto nazionale in Spagna. All’indomani dell’attentato terroristico sulla Rambla, nel cuore di Barcellona, in tutto il Paese il calcio, la F1 o la Vuelta, la corsa ciclistica per eccellenza in terra iberica, che comincia proprio domani scelgono il basso profilo, il lutto e sopratutto il silenzio, con la morte nel cuore. Come il silenzio ‘assordante’ che ha accompagnato il minuto di raccoglimento solenne in Plaza de Catalunya in memoria delle vittime dell’attentato, a cui ha preso parte la dirigenza del Barcellona calcio.
E silenzio e commozione anche alla Ciutad Esportiva, dove si allenano Leo Messi e compagni, con le bandiere a mezz’asta in segno di rispetto. Il club blaugrana ha intanto voluto esprimere “il suo profondo dolore e il disgusto assoluto per l’attacco terroristico che ha colpito il cuore della nostra città, inviando il proprio sostegno e pensiero alle vittime, alle loro famiglie e amici”. In campo a semicerchio in raccoglimento tutte le squadre della Liga, anche i rivali del Real di Zidane. Da lontano arriva anche l’abbraccio di Pep Guardiola, storico allenatore azulgrana ma anche paladino dell’indipendenza della Catalogna: “Barcellona si risolleverà e dimostrerà che bel paese sia, la Catalogna e la Spagna. Sono vicino alle famiglie che hanno perso dei cari. Speriamo che non debba più succedere nulla di simile in nessuna parte del mondo”, ha detto il tecnico del Manchester City parlando in conferenza stampa.
Un altro minuto di silenzio sarà osservato domenica sera al Camp Nou dove Messi e compagni esordiranno in campionato contro il Betis Siviglia, così come in tutta la Liga (che parte stasera con i primi due anticipi, Leganes-Alaves e Valencia-Las Palmas), per disposizione della Federcalcio spagnola che ha anche deciso che tutti i giocatori indosseranno il lutto al braccio. E per uno strano concorso del destino, il Barca ripartirà senza più lo storico main sponsor della Qatar Airways (che versava fino alla scorsa stagione ben 35 mln l’anno), sostituito dalla multinazionale giapponese dell’e-commerce Rakuten. Un cambio di partnership col senno del poi quanto meno opportuno alla luce di quanto accaduto e visto che l’emirato è stato messo all’indice da diversi Paesi della regione (Arabia Saudita, Emirati, Egitto e Bahrein), convinti del sostegno del ricchissimo Paese del Golfo alle forze del fondamentalismo islamico che sta seminando terrore in Europa e nel mondo. Di più, in questi Paesi chi prima veniva ‘beccato’ indossare la maglietta azulgrana di Messi e compagni rischiava multe salatissime e addirittura il carcere. Un problema adesso risolto alla radice, col nuovo sponsor e anche con Neymar, guarda caso, a Parigi nel club di proprietà del principe qatariota Al-Khelaifi.