Matera, prossima Capitale della cultura, sembra essere povera di librerie , infatti col sostegno degli enti acculturati, chiudono le librerie. Nel 2014 è stata proclamata Capitale della cultura del 2019, ma per Alessandro Laterza, editore, vicepresidente nazionale e responsabile della commissione Cultura di Confindustria: «Matera 2019 capitale di che cosa? Di Bed and Breakfast e pizzerie?», ha scritto in un polemico tweet. Mentre, Paola D’Antonio, assessore ai Sassi e alla Gestione Unesco – Matera è stata dichiarata «patrimonio dell’umanità» – guarda i dati delle affluenze dei turisti nei giorni di Ferragosto, che hanno fatto registrare il tutto esaurito nelle 550 strutture ricettive di una città di 60.500 abitanti, quindi da record, ed afferma che : «Le cifre confermano il fascino che Matera esercita sui visitatori italiani e stranieri, ma sono anche dati che impongono una necessaria azione di salvaguardia» ed ancora «Il decreto del 2016 del ministro Madia consente ai Comuni di regolamentare le attività commerciali nelle aree ad alto valore storico e culturale. E questo faremo, mettendo a bando nei Sassi dei locali che il Comune ha in concessione dal demanio per avviare attività che ne salvaguardino l’identità. Il percorso tecnico è definito, ora la parola passa alla volontà della politica». E mentre le librerie spariscono a poco alla volta, Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi definirono i Sassi di Matera, dove gli uomini convivevano con gli animali, senza luce, senza acqua, senza servizi,«una vergogna nazionale», e avviarono un decisivo progetto di rinascita di queste zone. Oggi, il mare politico è chiamato, ugualmente, ad effettuare un risanamento di ciò che manca, a dare una spinta, decisiva o meno ad una città immersa fra i sassi, che rischia di sommergere sotto i suoi stessi sassi il luogo in cui pullula la cultura, ovvero le librerie, diventando così soltanto città ricca di bed and breakfast per turisti, adulatori del suo restante ed immenso fascino artistico.