L’università italiana, gli studenti italiani, da tempo ormai sono sottoposti ad una valutazione continua mediante diversi indici, che nascondendosi dietro le parole qualità e merito, si rivelano in realtà le armi efficaci per ridimensionare sempre più i finanziamenti pubblici, senza tener conto di nulla, né dei disagi sociali, né delle sempre crescente povertà che impone a tanti di rimanere fuori dal mondo della formazione e della crescita culturale. In un contesto politico, economico e sociale disastrato, come quello nel quale cerchiamo di destreggiarci quotidianamente, dove risuona spesso, da più parti, il tema della ri-costruzione del nostro Paese, uno dei punti al centro dell’attenzione è il ruolo e il futuro dei giovani nella nostra società.
Una società dove tutto si trasforma continuamente, dove il rischio per gli stessi giovani diventa quello di rincorrere ogni volta qualcosa, senza essere in grado di ottenerlo. Una continua rincorsa che rischia di stancare e affievolire quelle che sono e che potrebbero essere le reali ambizioni che uno studente, un giovane qualunque, può e deve avere. Si rischia sul serio di far perdere la percezione del futuro, di far perdere ogni speranza nella possibilità di poter realizzare un proprio sogno. Ed è evidente che tutto questo è legato anche all’assenza di una politica che si riadatta ogni volta senza essere in grado di fornire una programmazione che vada al di là di qualche mese.
E in questo contesto rischia sempre di più anche la cultura. Basta guardare i tagli che di anno in anno vengono effettuati, privando ogni volta le università e non solo, dei fondi necessari per garantire un buon sistema di formazione. Fortunatamente, seppur tra mille difficoltà, ci sono ancora molte università che vi riescono comunque e nonostante tutto. Ma per quanto tempo sarà ancora possibile?
Se non si comprende che il vero investimento è proprio quello sul capitale umano non se ne esce. È quella l’unica vera arma contro questa crisi ed è necessario valorizzarla. Da tempo perdiamo questa occasione, ed è necessario, ora, restituire la dovuta competitività al nostro sistema universitario. Non occorrono indici e parametri ma investimenti seri.
È necessario comprendere che le cose possono cambiare se siamo in grado di creare una buona e sana cooperazione tra istituzioni, università, territorio. Ponendoci obiettivi e traguardi che richiedono tempo e sforzo.
Ed è questo anche il messaggio che oggi bisogna lanciare ai giovani, perché partendo da questo modo di pensare, possano recuperare quella capacità di sapersi immaginare domani. Di poter dire, attraverso un progetto per il futuro, di poter essere e diventare come sempre sperato. Con la consapevolezza che il desiderio appartiene al singolo, ma l’ accesso al mondo del lavoro, dell’informazione, e al mondo dei saperi è di tutti.