In Veneto, ci sarà tempo fino all’anno scolastico 2019-2020, per presentare tutta la documentazione vaccinale per i bimbi da zero fino sei anni, ed evitare la possibilità di non iscriversi a scuola. Ciò è quanto prevede il decreto che predispone le “indicazioni regionali in regime transitorio di applicazione della legge Lorenzin“, firmato dal direttore generale della sanità veneta Domenico Mantoan.
Ciò deriva, si legge in una nota, da incongruenze nella legge Lorenzin che non renderebbero chiari i tempi di applicazione della decadenza della Regione Veneto. Tale incongruenza riguarda la frequenza dei servizi per l’infanzia e le scuole dell’infanzia dall’anno scolastico 2017/2018 per i bambini già iscritti si applicherà il regime transitorio fino al 2019/2020 anno che prevede, invece, la decadenza dell’iscrizione. Per agevolare le famiglie e le scuole, per i bambini e i ragazzi da zero e sedici anni, per gli anni scolastici 2017/18 e 2018/19, si anticipa quanto previsto dalla legge per l’anno scolastico 2019/20, cioè l’invio alle scuole degli elenchi dei bambini con la loro situazione nei confronti della vaccinazione, privi di dati sensibili che potrebbero sottacere la privacy.Per tutti i soggetti (tra zero e 16 anni, le Auls impongono le vaccinazioni , pena una sanzione pecunaria. La Regione Lombardia sta decidendo se approvare o meno la delibera sull’applicazione della legge sui vaccini, valutazione sulla quale si è espresso Moroni, Presidente della Regione Lombardia, dichiarando: “Non voglio lo scontro col Governo . Ho parlato con la ministra Fedeli, ci siamo chiariti. Non c’è posizione di conflittualità, vogliamo risolvere il problema con la leale collaborazione tra istituzioni”.Lotta fra Regione e Governo è divampata la scorsa settimana dopo l’annuncio della Giunta lombarda di voler concedere 40 giorni di tempo dall’inizio della scuola per mettere ai bambini non vaccinati di farlo. La delibera di questo lasso di tempo, è arrivata a firma dei ministri Fedeli e Lorenzin. A tal proposito, Moroni si è espresso così a riguardo: “La lettera riconosce l’impegno e la correttezza delle questioni poste dalla Regione Lombardia. Il primo settembre è stata disposta una circolare che risponde proprio alle nostre preoccupazioni. Ma a differenza delle ministre riteniamo che non tutte le nostre esigenze, per semplificare la vita dei cittadini, siano state accolte dalla circolare“.