Dopo 135 anni , precisamente l’8 settembre 1882, dalla prima pubblicazione de ” La Medea di Portomedina” di Francesco Mastriani , in quella stessa data alle ore 21:00 , va in scena al Maschio Angioino di Napoli lo spettacolo “La Medea di Portamedina”, tratto dal romanzo di Mastriani, con la drammaturgia e la regia di Annamaria Russo.
Presentato da Il Pozzo e il Pendolo in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli, la pièce teatrale è interpretata da Rosaria De Cicco, Marianita Carfora, Giuseppe Gavazzi, Peppe Romano, Alfredo Mundo, Gennaro Monti, Sonia De Rosa, Paolo Rivera, con la partecipazione di Rita Ingegno, Federica Grosso e Marco Amodeo, e si avvale del disegno luci a cura di Sebastiano Cautiero, con i costumi di Annalisa Ciaramella.
“Nello scenario più suggestivo che potevamo sperare – sottolinea Annamaria Russo – all’ombra delle torri del maniero più bello di Napoli, la storia di Coletta Esposito, scivola fuori dalle pagine di quella antica edizione e prende vita sulle assi di legno di un palco a forma di ruota. La ruota dell’Annunziata, la ruota della vita, la ruota della sorte che girando, fatalmente si ferma nel, probabile, stesso giorno di centotrentacinque anni fa”.
Coletta Esposito è una giovane popolana di via Portamedina, che uccide la figlia di pochi mesi e getta il corpicino esanime sul sagrato della chiesa, dove si stanno celebrando le nozze dell’uomo che aveva promesso di sposare lei e non quella donna vestita di bianco che stringe sottobraccio. La donna, poco più che ventenne, assurge agli onori della cronaca per il suo terribile delitto, che richiama alla tragedia greca. La popolana dal nome oscuro sarà ribattezzata la Medea di Portamedina, e, in quel soprannome, la banalità del male acquista un accento epico.