Papa Francesco dopo il saluto ai giovani colombiani, è rientrato nel Palazzo cardinalizio dove ha incontrato i vescovi della Colombia. E a loro ha rivolto un lungo discorso , ricordando loro che “la Colombia ha bisogno del vostro sguardo, sguardo di vescovi, per sostenerla nel coraggio del primo passo verso la pace definitiva, la riconciliazione, il ripudio della violenza come metodo, il superamento delle disuguaglianze che sono la radice di tante sofferenze, la rinuncia alla strada facile ma senza uscita della corruzione, il paziente e perseverante consolidamento della res publica, che richiede il superamento della miseria e della disuguaglianza”. “Alla Chiesa non interessa altro che la libertà di pronunciare questa Parola”, “riconciliazione”. E per papa Francesco, “non servono alleanze con una parte o con l’altra, bensì la libertà di parlare ai cuori di tutti”. “Proprio lì avete l’autonomia di inquietare, lì avete la possibilità di sostenere una inversione di rotta”, ha osservato.
“Uno dei vostri illustri letterati scrisse parlando di uno dei suoi mitici personaggi: ‘Non immaginavo che fosse più facile iniziare una guerra che concluderla’”. Così, parlando ai vescovi della Colombia, papa Francesco ha nuovamente citato lo scrittore Gabriel García Márquez, e in particolare il suo capolavoro “Cent’anni di solitudine”. “Tutti sappiamo – ha detto – che la pace esige dagli uomini un coraggio morale diverso. La guerra deriva da quanto di più basso c’è nel nostro cuore, la pace invece ci spinge ad essere più grandi di noi stessi. Poi, lo scrittore aggiungeva: ‘Non pensavo che ci sarebbero volute tante parole per spiegare quello che si provava nella guerra, in realtà ne bastava una sola: paura’”. “Non è necessario che vi parli di tale paura, radice avvelenata, frutto amaro e nefasta eredità di ogni conflitto – ha aggiunto -. Desidero incoraggiarvi a continuare a credere che si può agire diversamente, ricordando che non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura; lo stesso Spirito testimonia che siete figli destinati alla libertà della gloria ad essi riservata”.
Papa Francesco: ascoltate i poveri, con i volti pieni di dolore
Ricordando che il Vangelo costituisce “una dimensione significativa del tessuto sociale colombiano” papa Francesco, in un altro dei passaggi del suo discorso ha citato l’inno nazionale della Colombia: “Vi chiedo di ascoltare i poveri, quelli che soffrono. Guardateli negli occhi e lasciatevi interrogare in ogni momento dai loro volti solcati di dolore e dalle loro mani supplicanti. Da loro si imparano autentiche lezioni di vita, di umanità, di dignità. Perché loro, che gemono in catene, comprendono le parole di colui che morì sulla croce”.
Perché papa Francesco ha citato lo scrittore colombiano Gabriel Garcia Marquez?
Un altro passaggio significativo è la citazione da parte di papa Francesco del discorso del premio Nobel per la letteratura Gabriel Garcia Marquez che ricorda ai colombiani la lore nobile missione, l’utopia della vita dove nessuno possa decidere per gli altri: “Molto è il tempo passato nell’odio e nella vendetta… – ha sottolineato papa Francesco nel discorso rivolto alle autorità del Paese sudamericano -. La solitudine di stare sempre gli uni contro gli altri si conta ormai a decenni e sa di cent’anni; non vogliamo che qualsiasi tipo di violenza restringa o annulli ancora una sola vita. E ho voluto venire fino a qui per dirvi che non siete soli, che siamo tanti a volervi accompagnare in questo passo; questo viaggio vuole essere un incitamento per voi, un contributo che spiani un po’ il cammino verso la riconciliazione e la pace”.