L’Istat mette in chiaro che gli occupati a luglio, 2017, sono pari a 23 milioni di unità, lo stesso livello del 2008, le ore lavorate, invece, sono diminuite di oltre 1,1 miliardi (-5 per cento). Ciò che segnalano dall’Ufficio studi della CGIA (Associazione degli artigiani e delle piccole imprese) di Mestre, è il fatto che se a parità di occupati sono diminuite le ore lavorate, rispetto al 2008 i lavoratori a tempo pieno sono scesi e, viceversa, sono aumentati quelli a tempo parziale come: contratti a termine, part time involontario, lavoro intermittente, somministrazione.
Difatti, se nel 2008 i dipendenti full time erano l’86 per cento del totale, 8 anni dopo si sono abbassati all’81 per cento. Quelli a tempo parziale, invece, sono saliti dal 14 al 19 per cento del totale, infatti, il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo, dichiara: “Nonostante abbiamo recuperato gli occupati che avevamo prima della crisi ciò è avvenuto a scapito della qualità dei nuovi posti di lavoro e della diminuzione della produttività nei settori più importanti che hanno trascinato verso il basso anche i livelli retributivi pro capite”.
La CGIA, infine, avverte che rispetto alla situazione pre-crisi l’Italia deve recuperare tra i principali indicatori economici 3 punti percentuali di consumi delle famiglie, 5,8 punti di Pil, 7 punti di reddito disponibile delle famiglie e ben 24,4 punti di investimenti, a tal proposito il Segretario della CGIA Renato Mason, ammette: “Speriamo che con la legge di Bilancio 2018 le risorse a disposizione vengano utilizzate per ridurre le tasse, in particolar modo attraverso il taglio dell’Irpef. Solo così possiamo sperare di rilanciare con vigore i consumi interni che, ricordo, costituiscono la componente più importante del nostro Pil”.