Economia e Welfare

ELIO PARIOTA: “VI RACCONTO LA MIA ODISSEA A BARCELLONA,NELLA TANTO DECANTATA EUROPA DI SCHENGEN.”

Ho sognato di fare un viaggio tra Barcellona e l’Andalusia con la famiglia e con amici. In un ristorante mi fregano il borsello con cellulare, contanti, carte di credito, documenti… insomma mi privano della mia identità. Denuncio il tutto ad un sonnacchioso presidio di Polizia catalana allegando pure il filmato del borseggio grazie all’ausilio delle telecamere interne al locale. Mi aspetto un intervento celere. Nulla di nulla.
La burocrazia italiana al cospetto di quella iberica ha il turbo incorporato. Mi illudo di trovare conforto nel nostro organo consolare che potrà agevolmente attestare la mia condizione di derubato, accertare le mie generalità e conferirmi un documento che mi permetta di essere in regola, di noleggiare un’auto, di recarmi in albergo e di continuare la vacanza. Macché! Il permesso di circolazione vale 7 giorni; tuttavia quando giungerò a Siviglia non potrò rinnovarlo per analogo periodo in quanto il consolato italiano sarà chiuso per 15 giorni (che si sommano ad altri 15 di chiusura nel mese di luglio).
Senza contare che nessun permesso potrà essere accordato per noleggiare l’auto, peraltro già prenotata alla partenza. Fortuna vuole che dall’Italia mio fratello mi spedisca per tempo il passaporto permettendomi di rientrare.
Nella tanto decantata Europa di Schengen, ad appena due ore di aereo da casa, un cittadino vittima di un furto si trova a vivere una condizione di parossistico disagio stante la totale e vergognosa inerzia delle istituzioni locali e di quelle deputate a rappresentare il nostro Paese all’estero.
Altro che sogno. Quest’estate ho patito sulla mia pelle la disillusione di vivere in un sistema che di integrato e di sicuro ha soltanto la velleità di diventarlo.

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