La Corte d’Appello di Roma è ritornata sulla sentenza che ha visto condannare Daniele De Santis, ultrà della Roma accusato di aver ucciso il tifoso del Napoli Ciro Esposito durante uno scontro tra tifosi giallorossi e napoletani prima della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina del 2014. Secondo i magistrati, chiamati ad esprimersi sulla sentenza, “Gastone” (così è soprannominato l’unico imputato sull’omicidio del tifoso originario di Scampia) fu “Una bravata e una scomposta azione dimostrativa”. Ma la madre e i suoi legali non ci stanno e attraverso un comunicato hanno espresso tutta la propria “amarezza” che di seguito riportiamo “Con questa sentenza hanno ucciso mio figlio un’altra volta. Le ho spiegato che non c’è alcuna azione che si può fare né rimedio giuridico contro questa cosa. Questa è la giustizia italiana. L’unica cosa che possiamo fare è scrivere in un libro quanta amarezza ha subìto una vittima innocente”. Va ricordato che lo stesso De Santis, attualmente in carcere, dovrà scontare una pena di 16 anni in secondo grado (inizialmente era stato condannato a scontare una pena di 26 in primo grado).