Dopo quasi due anni Caldoro ci riprova. Martedì prossimo è convocato ad oltranza il Consiglio regionale. Obiettivo: approvare le norme di tutela e valorizzazione del paesaggio. Direte, bene. In realtà, a dispetto del titolo, gli effetti del provvedimento sembrano essere opposti. E , a rischio, o in ballo, a seconda della prospettiva con la quale si legge il testo, ci sono le aree della zona rossa del Vesuvio, la penisola sorrentina e amalfitana, la legge per Velia.
Già l’assessore all’urbanistica Marcello Tagliatatela, prima di diventare deputato, nel 2012, ci aveva provato con tutte le sue forze. Imbarcandosi anche in una polemica epistolare con l’allora Ministro dei Beni culturali Ornaghi. Invano, deludendo probabilmente le attese e gli appetiti promessi sui territori, scatenando le associazioni ambientaliste. In Aula ci fu letteralmente un fuoco di sbarramento del Pd e del centrosinistra e la discussione si arenò all’art.5. Da allora il provvedimento è fermo in Consiglio, in attesa di essere nuovamente discusso e approvato.
Caldoro e la sua giunta ci riprovano ora, a ridosso della campagna elettorale per le Europee, ma soprattutto di un importante turno amministrativo. E stavolta sembrano far sul serio, anche se dovranno fare i conti, oltre che con un opposizione intransigente, con una risicata maggioranza e con la volontà, più o meno esplicita, di Forza Campania di farla implodere.
Il pomo della discordia è l’art.15, l’ultimo. “Si cancelli” ha dichiarato l’altro giorno in Aula il capigruppo regionale del Pd, Raffaele Topo, che poi ha lanciato una sfida al Presidente Caldoro: “Se si elimina, siamo disponibili ad approvare subito il testo per accelerare invece la redazione dei relativi piani paesaggistici”. E questo perché le norme urbanistiche riferite a specifici Comuni della Campania sono in totale contrasto con lo spirito della legge generale sul paesaggio. “Su questo tema – ha avvertito Topo – saremo intransigenti e non consentiremo di introdurre, in un testo che si occupa di paesaggio, norme urbanistiche a vantaggio di singoli pezzi della Campania e non della generalità dei Comuni, che necessitano, invece, di norme di programmazione generali capaci di tendere allo sviluppo del territorio senza arretrare rispetto alla sua tutela”.
Il disegno di legge, infatti, interviene in alcuni consolidati strumenti di tutela e governo del territorio, di natura sia pianificatoria che legislativa, modificando in corsa le regole, in assenza di una nuova disciplina organica rappresentata dal piano paesaggistico. Il risultato è quello di creare un pericoloso “interregno”, di durata assolutamente non preventivabile, nel quale il combinato disposto delle leggi e dei piani vigenti in aree assolutamente critiche, come la penisola sorrentina e l’area vesuviana, viene – per ammissione stessa dei promotori – “allentato”.
L’art.15 prevede la cancellazione di importanti norme legislative, come ad esempio la LR 17/1982, così come modificata dal comma 2 dell’art. 9 della legge regionale 15/2005, che limita, più del Testo unico sull’edilizia, gli interventi ammissibili nelle zone esterne ai centri abitati prive di norme urbanistiche (Comuni senza piano o zone di vincolo espropriativo decaduto), o parti della LR 13/2008 contenenti l’obbligo di rispettare le Linee guida del paesaggio del PTR come indirizzo vincolante per qualunque piano urbanistico o specialistico; modifica la LR 21/2003 sulla zona rossa del Vesuvio, sia per consentire ampliamenti dei volumi residenziali esistenti, sia per cancellare il PSO, lasciando intendere che, con il piano paesaggistico regionale, potrebbero anche scomparire le limitazioni imposte in quel territorio per il rischio vulcanico; incide sul PUT dell’area sorrentino-amalfitana, sottraendo alla sua applicazione tutta la fascia esterna al crinale dei Monti Lattari, nonostante l’importanza e la delicatezza del patrimonio paesaggistico, archeologico e storico-culturale che vi si riconosce, infine cancella la legge per Velia.
La ratio dell’abrogazione, secondo la Giunta, è che i disegni di legge che vengono cancellati sono ritenuti in contrasto con la presente legge. Può diventare un grimaldello per un ulteriore scempio di vaste aree del territorio campano, ribattono invece gli ambientalisti e l’opposizione. E, a conferma, aggiungono, tra le criticità, la proposta, contenuta all’art.7, di misure compensative di natura ecologica (la perequazione, la compensazione, l’incentivazione) anche ai territori pregiati e vulnerabili, utilizzabili, temono, tanto per improprie sanatorie edilizie in territori di pregio (Ischia, Campi Flegrei, Vesuvio, penisola sorrentina), quanto addirittura per aprire varchi negoziali nelle norme del redigendo piano paesaggistico regionale, relativamente alle zone più qualificate e vulnerabili del territorio regionale.