Uno degli edifici visitabili dall’esterno nell’area del foro di Pompei, sono i Granai, che ospitano oggi la più grande collezione archeologica della città antica. Quello che era l’ex mercato della frutta e verdura è oggi sede di una cospicua collezione di reperti, infatti oltre 9000 oggetti tra anfore da trasporto, ceramica da mensa e da cucina, sculture in marmo, calchi in gesso che ogni giorno attirano centinaia di visitatori.
I Granai furono destinati a deposito di quei reperti che non confluivano nella collezione del museo di Napoli. Ma la struttura fu parzialmente distrutta a causa dei bombardamenti del’43, in cui avvenne il crollo del muro perimetrale e la perdita di numerosi materiali tra cui quelli di epoca arcaica.Un primo riassetto delle opere contenute è avvenuto dopo il terremoto dell’80, con una attività di inventariazione e catalogazione a cui è seguito solo nell’anno 2015 una puntuale attività di riordino e risistemazione da parte della Soprintendenza, con un controllo autoptico dei materiali e nuova documentazione. I materiali visibili nei granai arresta Pompei al momento dell’eruzione del 79 d.C. e si tratta per lo più di reperti provenienti da strutture abitative che raccontano varie modalità di vita quotidiana legate soprattutto alla cucina, alla mensa, al trasporto dei cibi. Numerosi i contenitori per la conservazione di frutta e verdura, per il garum, brocche, bottiglie, contenitori da trasporto che raccontano dei vari commerci nel Mediterraneo e fluviali. Sono presenti anche alcuni calchi in gesso, di un albero, una porta, un cane, un bambino ed un adulto.