Il Governo, nel decreto legislativo recentemente emesso in attuazione della legge del 2016, che delegava allo stesso Governo la riforma della magistratura onoraria, ha rinviato al 2025 l’attribuzione al Giudice di Pace della materia condominiale.
Possiamo capire che lo Stato, in affanno nell’esercitare le sue funzioni, con personale proprio e di propria formazione, possa avere interesse a farne espletare alcune, soprattutto nei campi e nelle questioni di minor rilevanza economica, da soggetti che non hanno, o non hanno mai avuto un inquadramento pubblico.
Ma la surroga o l’integrazione surrogatoria da parte del privato rimane una forma minore di esercizio della funzione pubblica. E non e’ questione di onesta’ maggiore o minore, o di competenza e formazione professionale, ma e’ questione di mentalita’ pubblica o privata. La prima, a differenza dell’altra, piu’ adusa a mediare tra interesse pubblico e interesse privato, assegnando un primato al primo.
I magistrati cosiddetti “togati” o professionali, come dice impropriamente la legge, hanno prevalentemente la mentalita’ dei giudici. Cioe’ privilegiano l’equidistanza dalle parti.
Analogamente, ogni ruolo pubblico dev’essere svolto prevalentemente da un pubblico funzionario.
Cosi’ ad esempio le funzioni di accertamento, di esazione, di giurisdizione tributaria. Ne’ ci debbono esser aspetti premiali per “incentivare” l’attivita’ d’ufficio, perche’ cio’ si potrebbe prestare a distorsioni di diverso genere.
Apprezzo dunque la recente decisione governativa di “sospendere” sino al 2025 l’attribuzione al giudice di pace della competenza giurisdizionale in materia di controversie condominiali, che non sono di secondo piano, ma possono assumere rilevanza giuridica ed economica considerevole.
Nel frattempo riflettiamo sulla opportunita’ di ampliare ulteriormente il ruolo della magistratura onoraria. Non e’ che questa non meriti. Ma il cittadino deve vedere lo stato, in tutte le sue funzioni, il piu’ possibile rappresentato dai suoi dipendenti/funzionari e non da altri; perche’ il senso dello stato dev’esser aiutato a rafforzarsi e non ad affievolirsi.
Achille Colombo Clerici