La Chiesa di Monteoliveto costituisce uno dei maggiori esempi di arte rinascimentale della città di Napoli. La costruzione iniziò per volontà di Gurello Origlia, protonotario di Re Ladislao. A quell’epoca il complesso monastico, venne affidato ai Padri Olivetani e dedicato alla Vergine di Monteoliveto Purificazione di Maria.
La struttura era anche arricchita da quattro chiostri, uno dei quali, oggigiorno, è stato inglobato nella adiacente Caserma Pastrengo. La chiesa fu molto cara ai sovrani Aragonesi e, in particolare, a re Alfonso II, il quale era solito venire qui ad ascoltare la messa. Grazie a suo cognato Antonio Piccolomini e al suo maggiordomo Marino Curiale, la chiesa si arricchì di meravigliose opere d’arte, in cui sono evidenti forti influenze del rinascimento toscano, segno della grande osmosi culturale che si creò in quegli anni tra la corte Aragonese e quella Medicea.
Qui trascorse gli ultimi anni della sua vita Torquato Tasso, ultimando il suo capolavoro, La Gerusalemme Liberata.