Dal prossimo sabato 15 ottobre fino al 7 di novembre presso il “PAN” (Palazzo delle Arti di Napoli) ci sarà l’esposizione della mostra d’arte dell’artista Laura Giardino curata da Marina Guida. La mostra d’arte prenderà il nome di “Out of Field” (“fuori campo” tradotto in italiano). In effetti soffermandoci su un paio di dipinti in cui il linguaggio della pittura si mescola a quello della fotografia e del cinema dell’artista milanese e come la stessa curatrice afferma nel suo catalogo, l’artista nei suoi dipinti accoglierà i visitatori in un’atmosfera perturbante: colori acidi e antinaturalistici, prospettive incongrue, figure umane mai del tutto svelate o ritratte solo in lontananza, luoghi urbani o domestici, quotidiani, generando suspense e inquietudine come in un thriller hitchcockiano, in cui il pericolo non appare manifesto. Queste “cartoline” di vita quotidiana diventano visioni oniriche in cui tutto può succedere o tutto è già accaduto e sfuggito ai nostri sensi. Con occhio registico, l’artista inquadra porzioni di mondo e le restituisce in un’atmosfera noir non priva d’ironia. I suoi personaggi non sono mai al centro dell’immagine, sono piuttosto spinti ai margini o raccontati attraverso qualche dettaglio inatteso.
È una pittura sofisticata quella di Laura Giardino, sottilmente intimista, che punge e non rassicura, come ben descrive Marina Guida nel catalogo che accompagna la mostra: “Nell’osservare le opere di Laura Giardino, la prima parola che affiora alla mente di un attento osservatore è quella che scelse Sigmund Freud per il suo famoso saggio del 1919 “Das Unheimliche”, il perturbante. L’ambiguità semantica di questo aggettivo sostantivato, composto da due termini dal significato opposto – “heim” casa, ciò che è conosciuto, accogliente, rassicurante, e “heimlich” nascosto, sconosciuto, estraneo – ben si adatta all’ambivalenza delle sensazioni che suscitano le tele di Laura Giardino”. L’artista non dipinge una storia, ma la evoca attraverso l’emozione, l’indicibile, l’atmosfera del luogo. Ad essere centrale non è la scena principale, il racconto di un accadimento, lo svolgimento di un atto, ma lo spazio in potenza. Gli appunti visivi che la nostra memoria cataloga come secondari diventano protagonisti delle opere grazie ad un decentramento prospettico, consentendo una riflessione sul concetto di percezione del reale. La mostra è stata promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli insieme alla Galleria AREA\B, Milano. La mostra è aperta al pubblico dal lunedì alla domenica dalle ore 9.30 fino alle 18.30. Mentre è chiuso di martedì.