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MITI DI NAPOLI: STORIA DEL PALAZZO ZEVALLOS STIGLIANO, CUSTODE DELLE OPERE NAPOLETANE DI CARAVAGGIO

Nel 1688 I Colonna a detenere la proprietà dello splendido palazzo Zevallos Stigliano di Napoli  sorto nel cuore di via Toledo, centro pulsante della città di Partenope. Quella dei Colonna, principi di Stigliano dal 1716, era una delle più influenti famiglie aristocratiche di ambito romano e napoletano e decisero di affidare a Luca Giordano la decorazione di alcuni ambienti del grande appartamento nobiliare, oggi purtroppo perduta. In quei decenni la residenza fu al centro della vita aristocratica cittadina accogliendo spesso la nobiltà napoletana e la famiglia vicereale.

A questi anni d’oro seguì un periodo di acquisti, vendite e modifiche: a Carlo Foquete ai suoi eredi, a partite dagli anni Trenta dell’Ottocento, si devono i cicli decorativi ad affresco e stucchi del piano nobile, affidati ai pittori Giuseppe Cammarano e Gennaro Maldarelli e allo stuccatore Gennaro Aveta.

Dal 1898 la Banca Commerciale Italiana cominciò una campagna di acquisizione del Palazzo che si concluse nel 1920 affidando all’architetto Luigi Platania l’adeguamento dell’edificio per nuove funzioni. Il grande cortile seicentesco venne trasformato in salone per il pubblico, il piano ammezzato aperto in balconate di gusto Liberty, l’intero soffitto trasformato in lucernaio vetrato in stile Belle Epoque e Floreale. Si trovano  nell’attuale museo le vicende artistiche del Sei e Settecento, dalla svolta naturalistica impressa agli inizi del secolo dall’arrivo di Caravaggio a Napoli fino ai fasti della civiltà borbonica. Tra le opere imperdibili il Martirio di Sant’Orsola capolavoro dell’artista (1610), Giuditta decapita Oloferne del fiammingo Louis Finson, il Sansone e Dalila di Artemisia Gentileschi, il monumentale Ratto di Elena di Luca Giordano e l’Ager nel deserto di Francesco Solimena.

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