Palazzo Zevallos di Napoli, situato in Via Toledo, rende omaggio a Michelangelo Merisi racchiudendo nelle su stanze le sue più illustri opere. Caravaggio fu quasi dimenticato nei secoli successivi alla sua morte, avvenuta a Porto Ercole, in Toscana, nel 1610. . Solo nel XX secolo, grazie al giudizio autorevole dello storico dell’arte Roberto Longhi, cambiò il giudizio sul suo modo di dipingere ed ora Caravaggio è uno dei più celebri pittori italiani di tutti i tempi. Caravaggio è degno di nota per il suo modo unico i imprimere sulla tela gli stati d’animo con un uso geniale della luce e delle ombre. La sua vita è immersa nelle sue opere.
Inoltre sono state fatte importanti scoperte sul modo di dipingere di Caravaggio. Con i nuovi accertamenti radiologici è stato infatti smentito il mito secondo cui non disegnasse mai sulla tela prima di dipingere visto che è stata rinvenuta la presenza di disegni preparatori.Tra i pezzi più importanti della collezione c’è l’ultima opera di Caravaggio, il Martirio di sant’Orsola, del 1610.Il quadro ha trascorso cinquecento anni di vita avventurosa e tormentata prima di approdare nella sua città natale: dopo un impegnativo restauro promosso da Banca Intesa tra il 2003 e il 2004, la tela del Merisi è stata messa a disposizione del pubblico nelle sale delle Gallerie d’Italia di Napoli, accompagnata da un ricco apparato illustrativo e da sussidi multimediali. Il quadro mostra la giovane Orsola che guarda la spada conficcato nel seno, il sangue che scorre tra le luci, le ombre che si accendono come le tenebre. Attila re degli Unni viene reso nel momento in cui ha già scagliato la freccia che squarcia il petto della Santa.
Il dolore, le palpitazioni umane rivivono tra le trame della tela, come solo Caravaggio sa rendere le emozioni umane così ferocemente vive, segno della sua immensa arte che la città custodisce gelosamente, in uno dei palazzi più belli, posto nel cuore di Napoli.
