C’era una volta la metropolitana regionale, sogno di Cascetta e di Bassolino. A quattro anni dlla giunta di centro sinistra, il Governatore Caldoro fa i conti con un disastro che prevede debiti per centinaia di milioni ed il trasporto pubblico abbandonato a sé stesso.
Ad inizio secolo, un professore dell’università Federico II immaginò di dotare la regione più densamente popolata d’Italia di un trasporto pubblico efficiente e moderno senza gravare eccessivamente sui contribuenti in maniera diretta ma attingendo ai fondi europei. Iniziò il sogno di Ennio Cascetta che, in 10 anni, contribuì ad ampliare la “Metropolitana regionale” della Campania di 54 km e 39 stazioni tra nuove e riqualificate.
La fine della presidenza Bassolino si chiuse con all’attivo questo successo ed al passivo i crediti alle imprese, che avevano messo su cantiere, per 240 milioni, da onorare con fondi europei. Gli stessi fondi che, sulla programmazione 2007-2013, servivano per ultimare le opere di ammodernamento del trasporto e chiudere numerosi cantieri aperti. Tutto bloccato nel 2010 per l’autotutela dalla nuova giunta che si avvicendò.
Purtroppo, dopo 4 anni, il quadro che resta sotto gli occhi di tutti è pietoso. Descrivendolo con le parole dell’avvocato Raffaello Bianco, ex amministratore Sepsa, abbiamo «cantieri abbandonati, imprese fallite, disoccupazione nelle attività dirette e nell’indotto ai vertici storici e una mole di contenziosi, per la cui definizione saranno erose le risorse necessarie per il completamento delle opere.»
E non è tutto. Se chiediamo un parere sui vertici delle aziende del trasporto pubblico è ancora più diretto. «Caldoro mi piace, ha una bella immagine e sono orgoglioso di essere campano per il gradimento quasi unanime che ha in Italia ma ha completamente sbagliato nella scelta degli uomini. Peggiori di questi è impossibile trovarli, hanno portato i trasporti ad un degrado assoluto.»
Come dargli torto. L’esempio più eclatante è la Circumvesuviana che, classifiche a parte, permetteva di spostarsi in un territorio più ampio della provincia di Napoli con corse precise e senza soffrire particolari disagi. Oggi le stazioni sono qualcosa di disarmante. Biglietterie aperte solo poche ore al giorno se si è fortunati, controlli inesistenti, stazioni abbandonate a vandali e soprattutto la totale insicurezza di riuscire a viaggiare a causa di tagli giornalieri alle corse.
In quest’opera a tinte molto scure lo stesso Bianco prova a dare un consiglio al Presidente: «penso che debba assumere una decisione drastica, commissariare il settore degli investimenti ponendolo nelle mani di un manager di spessore che risponda direttamente ed esclusivamente a Lei, con il mandato di definire i contenziosi entro un mese, cosa possibile con le imprese dispostissime a trattare al ribasso, per poi riavviare buona parte dei cantieri nei due mesi successivi.»
Prossima fermata le elezioni del 2015